"Caro amico mio, l'amaro è bello, perchè senza l'amaro il dolce non è poi tanto dolce"

Accende lo stereo:l a voce di Lou Reed si fà largo serpentina, strisciando alcune parole all'apparenza dolci ma dall'esito nefasto

"Just a perfect day..."

"Tiè prendi sta pipa" mi fà.

Avvicino la sigaretta alle mie labbra. L'accendo

Parte il rito.

"... drink Sangria in the park..." 

La voce di Lou Reed continua a scandire  momenti felici con la sua proverbiale patina di amarezza esistenziale.

E per noi,per la nostra simpatica comitiva di cazzari cresciuti a suon di Trainspotting,il suo giorno perfetto non può che essere un inno. 

Una canzone... anzi LA canzone AMARA per eccellenza.E nel momento in cui  le poche note di contrabbasso fanno da collante tra il tragico incedere della voce,sospesa sempre tra gioia e rassegnazione, e il pianoforte che tesse le sue malinconiche trame non si può che restare in un liturgico silenzio.

Ancora meglio poi, se poi questo silenzio è accompagnato dal fumo di una sigaretta.

"... and then later...

Intorno a noi c'è poco e niente.Una fontana scarsamente illuminata ricoperta di scritte che ben rendono l'idea di plurime adolescenze bruciate nel segno di quelle serate all'insegna dello sballo fatto di alcool e droga.Insomma eravamo nel  luogo di ritrovo ideale  per tutti i teenager della zona.Un luogo che quando hai sedici anni irrimediabilmente simboleggia la tua personale idea di scoperta/gioia/peccato/redenzione.E quando invece di anni sul groppone ne hai un pò di più diventa il covo della nostalgia.Un luogo perfetto per compiere il rito.

"...when it gets dark, we go home..."

Intorno a me i compagni di sventura traghettati da Lou Reed nei meandri della rassegnazione,degni di compiere la traversata dell'Acheronte assieme a me,l'obolo lo hanno pagato tutti, a loro modo.

"Just a perfect day..."

Eravamo in fin dei conti una comitiva bella assortita.Di quelle da film proprio.Non avevamo nulla da invidiare a Spud, Renton e compagnia bella.

Cioè loro non nè avevano nulla da invidiare.D'altronde erano i loro eroi.

"... feed animals in the zoo...

Riaffiorano nel silenzio i ricordi che ho di quel posto.Un tempo non era cosi.Il ciccione che avevo affianco mentre portavamo a compimento il rito c'era sempre.

Ma era presente in un modo diverso.E questa piazza non era cosi buia.Era colorata.Piena di gente:ragazzi,ragazze,amici,nemici ma sopratutto speranze.

"Then later a movie too..."

E adesso invece ci siamo solo noi.Cinque anni dopo. I sopravissuti. I reduci della grande repressione.

I bamboccioni. Quelli che a vent'anni sono troppo stupidi per abbandonare la loro adolescenza e guardare avanti. E quelli che sanno che bisogna farlo ma sono troppo codardi per assumersi le loro responsabilità. Almeno adesso.

O forse sono troppo orgogliosi per accettare la resa. Il tempo delle possibilità sta per giungere al termine.Il ritornello si avvicina e speranze e buoni propositi si dissolvono.

"... a movie too, and then home"

E proprio vero.Oggi a vent'anni siamo solo vecchi senza esperienza.

"Oh, it's such a perfect day"

 Parte il ritornello.L'aura di sacralità che il rito aveva assunto sino a quel momento si spezza in un karaoke abbastanza profano.

Iniziamo a intonare tutti il nostro inno,che se non sarà almeno quello della nostra generazione, risulta appropriato per una combriccola di sfigati come noi.

Certo quella sera avremmo potuto fare qualcosa per cambiare le cose. Ma abbiamo preferito deprimerci pensando ad un passato solare in un presente grigiastro.

"I'm glad I spent it with you"

Io ad esempio ho pensato al giorno in cui l'ho conosciuta.Una fredda giornata di gennaio. Tirava vento ma il cielo era sereno: nemmeno una nube.

Pensai ai suoi capelli rossi crespi. E ai suoi occhi azzurri. Sembra un secolo. Eravamo cosi diversi. Il posto era lo stesso.

Questa piccola piazza, con questa vecchia fontana imbrattata. Era diversa.

No.

Eravamo diversi noi: avevamo sedici anni.

In quel periodo Perfect Day girava pedissequamente nel mio media player. Prima dei sogni infranti,prima che le parole di Lou Reed diventassero un peso più che un sollievo.

Prima che tu lasciassi definitivamente questo posto,abbandonando non questa fontana ma la tua adolescenza.Prima che io abbandonassi i progetti,i sogni,le speranze che puoi fare solo quando hai abbastanza tempo per pensare in grande.Prima di accontentarsi di uno stipendio medio-basso e dei bei ricordi che hai fino a quel momento perchè sai che,se ti andrà bene,ti rimarrà quello.

"You're going to reap just what you saw"

Stanco e visibilmente scocciato getto la cicca.Sbuffo un pò.Il rito ormai  è giunto al termine.Inizia a piovere.

Monto in macchina.Estraggo Transformer dallo stereo.Lo ripongo nella custodia.Il faccione di Lou Reed mi fissa con un'aria menefreghista e allo stesso tempo indisponente.

"Allora come và?"

"E' gran casino.." dico io

"...però tutto sommato si và avanti" aggiungo.

"Cosa pensi di fare?" mi apostrofa mentre imbraccia la chitarra con quella sua aria spocchiosa.

"Nulla, cosa dovrei fare? La prendo con filosofia" replico abbastanza infastidito

"E come mai?"

"Amico mio,ti svelerò un segreto per affrontare la vita: gustati anche l'amaro."

"Perchè infondo senza l'amaro il dolce non è poi tanto dolce"

 

Senza dargli il tempo di replicare infilo il cd nel cassetto della macchina e lo chiudo violentemente.

Visibilmente scosso accendo una sigaretta e filo via. 

 

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