"Quantum Leap”

Vi ricordate quel telefilm così intitolato, il cui protagonista viaggiava in epoche passate grazie a un qualche marchingegno quantistico? Beh ascoltare “Blood Lust” degli Uncle Acid and the Deadbeats vi scaraventerà a forza a Birmingham circa 1970/71, magari nel cesso di casa Osbourne.

Usciti da chissà quale paesello della periferia inglese, lo Zio Acido e compagnia suonante sono semplicemente il miglior gruppo doom di sti anni, danno la merda anche agli ultimi Electric Wizard, o meglio riescono perfettamente a ricreare quel sound primo hard rock+occulto tipo horror movie di serie z + decadentismo albionico che mi aspettavo dagli ultimi Electric Wizard.

Disco che nella sua derivatività spinta, miscela con un equilibrio talmente perfetto suddette influenze, da poter assurgere tranquillamente a classico del genere.

Le stimmate del classico ci sono tutte: voce filtrata e salmodiante fra Ozzy e Roky Erickson (il valore aggiunto del disco è il sound + 60 che 70), riffoni sabbathiani paurosi, organo a volte basico e garage a volte svolazzante e hard rock, immaginario filmico 70's (roba che rischiate di sognare Vincent Price che taglia con una sega la vs gamba).

Partendo da “I'll Cut You Down” (e relativo video vintage), sti tizi inanellano una successione di brani tanto sentiti quanto freschi. Gli assalti sabbathiani “Over And Over Again” e “I'm Here To Kill You”, il doom occulto di “Curse In The Trees”, il quasi prog della lunga “Withered Hand of Evil”, e soprattutto la tribale e bellissima “Ritual Knife” e l'equilibro perfetto di “13 Candles”.

Non paghi infilano pure una bonus track di folk acido, ciliegina marcia su una torta andata a male. Ci credo, l'han fatta nel 1971 massimo!

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