Recensire una pietra miliare, è ostico ma appagante. Solo che si rischia d’essere traditi dall’emozione, o di essere vessati dalla sgradevole sensazione di non aver detto tutto. C’è però un dato di fatto in tutto questo: quando un’opera d’arte è tale, anche la più flebile analisi diventa totalmente inopportuna. Con At the Cannons of Destruction Have Begun, le cosiddette “parole giuste” possono essere lasciate a tutti quei dischi che ne hanno bisogno.

Preceduto dal magniloquente EP Deliver Us, e uscito nello stesso anno di colossi come King of the Death dei Cirith Ungol, o Battlecry degli Omen, questo lavoro è ormai riconosciuto come uno dei capolavori epic metal anni ottanta. Siamo nel 1984, l’anno della massima espressione artistica del metallo epico: i Manowar propongono l’inossidabile coppia Hail to England/Sign of the Hammer, mentre i Brocas Helm brandiscono le spade e si lanciano nel mercato con il magico debut Into Battle.

Importante dire che ognuno dei gruppi sopraccitati viveva di luce propria, nel senso che ciascuno suonava epic con aspetti e influenze totalmente diverse tra loro, dando modo quindi agli ascoltatori di poter scegliere in tutta lucidità e sicurezza la loro band preferita. I Warlord, ad esempio, proponevano uno stile (per l’epoca) rivoluzionario: i tempi delle ritmiche erano cadenzati e potenti (ai limiti del doom), mentre le parti armoniche intessevano melodie che potrebbero aver influenzato gli Helloween di Walls of Jericho. Di conseguenza, la band potrebbe essere annoverata (assieme ai vari Riot, Savatage, Armored Saint) tra i padri fondatori di un genere totalmente nuovo: il power metal.

Ma qui stiamo parlando di epic; allora largo ai tetri presagi di Lucifer’s Hammer, o alle visioni apocalittiche di Aliens; e già in queste composizioni è interessante percepire l’eterna lotta tra oscurità e melodia che da sempre permea i lavori della band. Il fiero incedere della marziale Deliver Us from Evil è poi qualcosa d’irrinunciabile per ogni amante di saghe eroiche messe in musica. Il capolavoro assoluto rimane però Black Mass, pezzo che ha fatto scuola e che oggi è annoverato (a ragion veduta) tra le varie Necropolis, Gloves of Metal, Deathrider, Nadsokor; insomma a tutti quei pezzi di storia che continuano ad inumidire gl’occhi di chi persegue la sua assidua devozione per questa straordinaria musica. Black Mass è infatti un oscuro mid-tempo dotato di un incedere e di una carica evocativa che avrebbe fatto impallidire persino i Manowar di Into Glory Ride! Applausi anche per Child of the Damned, brano power-oriented che ci dona un fulgido e lesto pertugio fra i bellici e tenebrosi tempi medi che assediano buona parte di questo LP.

At the Cannons of Destruction Have Begun è in grado di coinvolgere non solo gli appassionati di epic, ma anche i cultori della buona musica. Ottima produzione che si contrappone alla formula “audio grezzo” che da sempre costituisce un marchio di fabbrica per i dischi di questo genere. I suoni nitidi risaltano le vocals corpose e ispirate, ben accompagnate dagli avvincenti virtuosismi delle chitarre, da un inarrestabile drumming, e dalle soavi tastiere che ben arricchiscono i brani senza mai importunarne la vena metallica.

A voi la scelta se godere o meno di cotanta magnificenza, tanto alla fine la vostra decisione non cambierà mai il flusso della storia: At the Cannons of Destruction Have Begun è già stato consegnato all’eternità...

Line up:

Damien King II: Vocals

William Tsamis: Guitars

Sentinel: Keyboards

Archangel: Bass

Mark Zonder: Drums

Tracklist:

1 - Lucifer’s Hammer

2 - Lost and Lonely Days

3 - Black Mass

4 - Soliloquy

5 - Aliens

6 - Child of the Damned

7 - Deliver Us from Evil

Federico “Dragonstar” Passarella.


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