Qualche anno fa non fui certo tenero nei confronti dei Stereo Age, il loro debutto discografico “Strong enough” (recensione disponibile qui) non passò certo per una pietra miliare del pop-punk, direi tutt’altro forse… Oggi a distanza di qualche anno e un periodo di silenzio decisamente lungo per una band di ultima generazione eccoli di nuovo all’appello con “Half of us”. Sinceramente non so cosa sia successo loro nel periodo che intercorre tra un capitolo e l’altro, ma sta di fatto che oggigiorno gli Stereo Age qualche carta da giocare finalmente ce l’hanno. Merito forse della nuova scena pop-punk statunitense (vedi Neck Deep, The Story So Far, Hit The Lights e via dicendo) che ha decisamente stravolto le carte in tavola, o forse più semplicemente merito di una band che ha recepito critiche e complimenti ricevuti per il precedente EP lavorando sodo per migliorarsi quanto più possibile. “Half of us” è un lavoro piacevole, che vanta qualche potenziale singolo niente male e ha un’anima rock di fondo che a vederla tutta non guasta affatto. Stiamo parlando di pop-punk sia chiaro, quindi di ritmiche calzanti, ritornelli che si stampano in testa al primo ascolto e melodie easy listening, ma ciò che sta di fatto è che finalmente non siamo di fronte alla brutta copia di Blink 182, Ataris e dinosauri del genere. C’è voglia di fare e si nota parecchio, come si fa notare la buona interpretazione vocale fornita dal cantante, direi quasi perfetto per il genere interpretato. Un bel lavoro insomma, a iniziare dall’artwork a mio avviso, ben fatto.

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