Non è stato difficile conoscere la musica di Paul Roland. E' bastato avere vent'anni, uscire di casa e fare quattro passi a piedi fino alla vecchia sede dell'Hiroshima Mon Amour, a Torino, il 6 dicembre 1987. Certo, difficile aspettarsi di trovarvi un giovane inglese vestito da ufficiale napoleonico o giù di lì, o una specie di versione gotica del Sergent Pepper, e un'aria svagata alla McCartney, ma piglio tutto diverso. E ci volle ben poco tempo a innamorarsi di quelle sonorità fuori dal tempo, per un appassionato di Progressive Rock alla ricerca di interconnessioni metafisiche con punk e psichedelia. E fu affatto semplice recarsi il giorno successivo a Rock'N'Folk per acquistare “Danse Macabre”, e tuffarsi in una dimensione “altrove e a quel tempo”. D'altra parte l'impatto con “Witchfinder General” era subito perentorio, con quella chitarra elettrica spesso in primo piano. Passando poi alla marcia psichedelica di “Madame Guillotine”, l'onirismo fluido di “The Great Edwardian Air-Raid, quindi l'incedere ostinato di “The Hanging Judge”, la di nuovo sognante “Still falls the Snow”, la magnifica orgasmica versione di “Matilda Mother”. Si volta pagina (eh sì, niente cd all'epoca!) per incontrare l'Hit, “Gabrielle”, e consumarla di ascolti!Il viaggio prosegue sulle corde tese di “Requiem”, e sul passo minaccioso dei “Buccaneers”. E poi tocca chiudere gli occhi nei vaghi fumi oscuri di “In the Opium den”, e poi proprio chiudere in bellezza con l'impostazione r'n'r punk di “Twilight of the Gods”, e poi...ricominciare da capo.

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