Paul Roland mi ha fatto due grossi regali. In realtà sono molti di più, a partire dall'autografo su “Bates Motel”, ma non posso parlare di tutti!

Nel 1989 mi ero innamorato dei The Gang, la mitica punk band dei fratelli Severini. E allora cosa mi combina il nostro amato Paul? Gli produce il loro terzo album, ecco cosa mi combina! E non gli basta: gli sublima alcuni brani con il suo ritmo di chitarra inesorabile, in questo caso galoppante. E uno.

In quegli anni erano due i musicisti indipendenti inglesi che adoravo (e adoro tuttora più che mai!): il nostro, ovviamente, e Nick Saloman.

Questa volta mi tiene un po' più sulle spine, ma finalmente nel 1994 ecco “Sarabande”, album con la partecipazione straordinaria del funambolico superacido leader dei “Bevis Frond”!!!

L'album decolla subito con una cavalcata vorticosa “The King will come”, rallenta e si incupisce con “Morgan Le Fay”, pervadendoci di cicli bretoni, ed ecco comparire i ricami fluidi di Nick nella lisergica “Beyond the Realm of Sleep”, in un attimo ci si smarrisce in fiordi guizzanti di aurore boreali. Ci si riprende di colpo coll'inattesa “Sister Jazz”, molto molto veloce. Con “Ophelia” si cambia ancora, ma le dilatazioni continuano senza sosta, e le melodie struggono. “Serpent's Skin” prosegue la magnificenza di chitarre che godono del rincorrersi. E siamo alla settima traccia, numero perfetto, come perfetto è il numero 1001 di “Thousand and One Nights”, in cui Paul e Nick ci conducono nel lontano oriente, facendoci assaporare le essenze e l'oppio più emozionanti.

Al punto 8 il nostro bardo ci fa ascoltare una versione mistica di “I'm not like everybody else” dei favolosi Kinks. Con “Waltzing the Square Ring again” rimaniamo sospesi tra un mondo barocco e Kurt Weill. E a questo punto bisogna rifugiarsi in un garage ad ascoltare loud la versione devastante di “Meadows of the Sea” dei T-Rex di Marc Bolan, che ci propinano i nostri magnifici due!

In teoria sarebbe finita, invece...viva le extra tracks! E allora si finisce, davvero, con un blues purissimo di Robert Johnson, "Me and the Devil Blues". La sarabanda è finita, andate in pace.


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