"The Wilde Canterbury Dream" .

Era il 1992, sesso in due poco. Durante i solitari, personalissimi pomeriggi lisergici, m'immergevo nella quiete fiabesca di "In The Land Of Grey And Pink " .

Ascoltavo e pensavo .

" The Wilde Canterbury Dream" . Todd Dillingham era il mio Bianconoglio.

Un girasole con un occhio, un gufo bianco unicorno, bolle colorate, rospi con le ali di farfalla , rane colorate.

Quella fotografia da ex compagni di classe 20 anni dopo, ma quei nomi . Richard Sinclair, Andy Wards, Jimmy Hastings.

La musica è magica.

La chiave d'argento per accedere in un mondo dove passato e presente vibrano all'unisono sulle stesse corde della mia mia meraviglia, per quelle note infantilmente mature.

Un colorato pentagramma volante. Il verbo psychedelico, canterburyano, acid folk , declinato in chiave pop .

Pop, dolce, sognante malinconico . Sogni che potrebbero essere nati dalle mente di un Robyn Hitchicock, Kevin Ayers, dei XTC in abiti power flower, Donovan, dimenticate entità raccolte dalla Bam Caruso, la west coast con lo sguardo inglese, acidità Beatles e qualche elucubrazione prog.

Ascoltavo e pensavo, era il 1992.

Era il 1994, comprai un altro cd di Todd Dillingham " SGT. Kipper". Ricordo che comprai anche il cd dei Wilde Flowers, anche loro pubblicati dalla Voiceprint.

Era il 1994, erano i Wilde Flowers. Altra storia, ma sempre di " Wilde Canterbyry Dream " si parla.

E io ? Ascoltavo e pensavo.

Era il 1994

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