Le motivazioni che hanno portato i Decemberists ad essere una delle più solide realtà alternative rock americane sono molteplici, a partire dal loro sound strettamente correlato alla tradizione musicale a stelle e strisce per arrivare ad una coesione stilistica e tematica tipica di ogni loro uscita discografica.

Quest’ultima prerogativa iniziava a mancare nel (pur buon) album uscito ad inizio anno, “What A Terrible World, What A Beautiful World”, disco estremamente riuscito ma che mostrava il maggior tasso di “scollamento” tematico tra un pezzo e l’altro.

Non stupisce, quindi, la pubblicazione di questo nuovo ep, “Florasongs”, raccolta di cinque outtakes provenienti dalle sessione della succitata opera. Ma guai a pensare che siano pezzi esclusi per carenze qualitative: in realtà è molto probabile la motivazione sia una incoerenza di fondo con il sound complessivo dell’opera.

Basti prendere la sorprendente “Fits & Starts”: un divertissement rock ‘n roll stonesiano assolutamente inedito per la band statunitense, che sembra davvero a proprio agio nello schitarrare in libertà, alla stregua di un atto quasi liberatorio.

Il primo singolo “Why Would I Now?”, invece ci riporta alle sonorità del bestseller “The King Is Dead”, con il suo alternative conuntry ormai marchio di fabbrica del quintetto di Portland. “Riverswim” è una bella ballad tipicamente Decemberists e si allinea assolutamente al livello qualitativo delle loro cose migliori. “The Harrowed And The Haunted” è un sincero, elegante e sentito omaggio agli R.E.M. di “Lifes Rich Pageant” che precede la chiusura con la malinconica “Stateside”, per chitarra e voce.

Uno stuzzichino niente male, questo “Florasongs”, che va a completare il già ottimo quadro dipinto con “What A Terrible World…”. Un piacevole contorno che va a completare un piatto ricco e convincente.

Aspettando la prossima mossa.

Miglior brano: Riverswim

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