Annunciate per l'autunno del 2015 ecco che arrivano nei negozi le ristampre per la serie Archive di "Tug of War" e "Pipes of Peace", 1982 e '83 rispettivamente. La prima merita un'analisi molto più approfondiata e per questa recensione mi soffermerò solo sul pezzo meno interessante del duo. Deve essere precisato che la serie Archive, procedendo con notevole lentezza, inizia a spazientire i fan di McCartney che soprattutto non hanno gradito il mancato completamento della discografia dei Wings in favore delle uscite anni '80, la prossima sarà "Flowers in the Dirt" a inizio 2016.

Accantonati questi mugugni, per dirlo in genovese, la qualità delle uscite, seppur mancanti di materiale veramente inedito, è sempre notevole anche se le edizioni a cofanetto continuano ad avere un costo troppo elevato per il mercato europeo se confrontato con altri, in primis gli States. Detto questo "Pipes of Peace" è qui recensito nell'edizione due dischi, il secondo di demo e B-sides più un brano tratto da colonna sonora, "Twice in a Lifetime". Nella discografia di McCartney questo lp rappresenta il primo passo veramente falso, in termini di pura qualità, della sua carriera. Si tratta come più volte ricordato di una selezione di materiale di scarto delle sessions di "Tug of War" rinvigorito da qualche brano nuovo, su tutte la magnifica title track. E' il disco dei duetti con Micheal Jackson di "Say Say Say" e "The Man" e dei brani dei Wings risalenti alle sessions del 1980 "Keep Under Cover", "Sweetest Little Show" e "Average Person" risuonati con Eric Stewart, Steve Gadd, Stanley Clarke e numerosi altri ospiti guidati dietro al mixer dal maestro George Martin nei suoi Air Studios a Montserrat,nei Caraibi. L'operazione di pulitura è meno evidente che in altre uscite, il suono erà già ben calibrato dalle tecniche utilizzate da Martin all'origine, emergono dettagli prima meno evidenti in alcune parti di chitarra e dei cori di Linda, Eric Stewart e Denny Laine, che nell'originale risultavano troppo pastosi e poco distinguibili. Il disco originale peccava di troppa pulitura e creava un effetto di plasticosità tipico di molti dischi degli anni '80. Comunque è un lavoro che ho sempre considerato poco interessante e se confrontato con i due decenni di attività di Paul ne esce un giudizione negativo. Il secondo disco si dimostra essere molto più accattivante. Vengono aggiunti i demo originali dei Wings dell'ottobre del 1980, anche se le note sono troppo avare di informazioni, dei pezzi già citati su cui si distingue una versione lenta e molto più bella di "Average Person". Due inediti mai usciti su bootleg, "It's On On", e "Simple As That". Il secondo è l'embrione da cui poi Paul trarrà il branno omonimo pubblicato nel 1985, il primo è un inedito di scarso interesse con una voce guida probabilmente della figlia Mary. Un nuovo mix di "Say Say Say" con nuove parti vocali di Jackson e una lunga coda strumentale funky è abbastanza interessante così come lo strumentale "Christian Bop", un motivetto saltellante per archi, che Paul riutilezzerà per l'opera "Liverpool Oratorio". Chiude il B-side "Ode to Koala Bear", canzone molto semplice dedicata al marsupiale australiano con un buon ritmo e una melodia azzeccata. Molto bella la svisata di chitarra elettrica, probabilmente di Denny Laine.

Questa uscita dell'Archive è ottima per i completisti, e per gli affezionati al disco. Indubbiamente è però da considerarsi come la più debole delle ripubblicazioni finora della discografia solista di McCartney e di quella dei Wings. La coppia "London Town"/"Back to The Egg" sarebbe stata più gradita dai fan.

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