Tiny Dynamine si colloca perfettamente a metà tra Treasure e Victorialand.

Raymonde non aveva ancora abbandonato il complesso scozzese per i This Mortal Coil e il lavoro che fuoriesce da questo EP datato 1985 è alquanto singolare.

Pink Orange Red è senza dubbio uno dei picchi dei Cocteau Twins, con i suoi accordi dolcemente riverberati e quel sound che abbraccia l'ascoltatore ma che allo stesso tempo lo abbandona in una stanza vuota i Cocteau Twins costruiscono qualcosa prendendo in prestito le batterie campionate tanto care a Treasure ed anticipando già delle sonorità che verranno riprese maggiormente in Victorialand. Tra gorgheggi angelici e dolci chorus i Cocteau Twins procedono in questo EP spaziando tra tracce strumentali ed incursioni estreme nel pop che anticipano quello che accadrà qualche anno più avanti già con Blue Bell Knoll.

Parentesi alquanto singolare è la strumentale Ribbed and veined che anticipa alcuni suoni di The Moon and The Melodies ma che purtroppo pecca di monotonia e banalità negli arrangiamenti troppo anni '80. La seconda metà dell' EP è invece composta da due brani pop che però ancora rendono merito al complesso scozzese e riescono a tratti a mescolare tracce di New Wave e bisbigli Dream Pop. Elizabeth Fraser continua le sue sperimentazioni vocali sempre interessantissime e gioca con la dualità della sua voce, a tratti sembra di ascoltare due voci diverse, una che cerca di emergere in maniera prepotente ed una che metterà a bada l'altra grazie al suo lato dolce ed intimistico. Qualsiasi cosa si ascolti dei Cocteau Twins per l'ascoltatore è sempre un'esperienza e la voce della Fraser nella sua indecifrabilità ammalia l'ascoltatore cullandolo in un dolce viaggio come avviene in Plain Tiger grazie alle sue dolci e silenziose parole d'amore e in Sultitan Itan dove grazie ad una buona base pop la Fraser gioca e scherza con le sue corde vocali in maniera pedante creando uno dei ritornelli pop più interessanti del complesso scozzese.

Tiny Dynamine si presenta quindi nella sua completezza come un EP molto interessante soprattutto per capire le dinamiche future del complesso scozzese ma che non brilla in tutti e 4 i brani che presenta, Pink Orange Red resta sicuramente il picco dell'EP nonchè uno dei brani più belli del complesso.

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