Con “… I Care Because You Do” si arriva contemporaneamente all’apice della carriera di Richard D. James e dell’elettronica anni 90. Il CD rivoluziona il genere ambient “umanizzando” quella che fino ad allora era stata la musica delle macchine (asettica, gelida, impersonale), esprimendo invece un umore goliardico, ludico ma anche sinistro (come fa intuire il sorriso sardonico dell’ autoritratto in copertina), sconosciuto fino allora alle pur pregevoli produzioni dei colleghi.

Il lavoro è molto vario ma la qualità è costante per tutti gli episodi a partire dallo sbilenco trip-hop di “Acrid Avid Jam Shield” che si evolve lentamente, ma inesorabilmente, con i suoi battiti spezzati e rallentati fino ad una stranita quanto bella melodia di sinth, per poi ritornare al punto di partenza. Spettacolari risultano anche “The Waxen Pith” , melodia di violino disturbata da frequenze e beats sintetici, e il trittico “Wax The Nip” , “Come on You Slags!” e “Start As You Mean to Go On” , martellanti brani che trasformano la techno in qualcosa di astratto e melodico al tempo stesso. La cupa “ Icct Hedral” suona come un bizzarro esperimento (riuscitissimo) di musica sinfonico-industriale, ma l’apice rumorista del CD è la sconvolgente “Ventolin” , attraversata dall’ inizio alla fine da una sibilante frequenza e dal frastuono di una lenta ma pesantissima ritmica costituita da temibili martellate metallico/sintetiche, provoca all’ascoltatore quasi dolore fisico. “Alberto Balsalm” e “ Cow Cud Is a Twin” sono invece due simpatici e stralunati trip-hop melodici, divertissement di gran classe, mentre la conclusiva “Next Heap With” si spoglia di ogni orpello elettronico (anche se senz’ altro i suoni sono frutto di emulazione sintetica) per regalarci un Aphex Twin compositore per orchestra, sorprendentemente a suo agio anche con archi e fiati, neanche fosse Morricone.

Richard D. James proseguirà più che dignitosamente la sua brillante carriera ma non arriverà più ad eguagliare i vertici raggiunti con questo capolavoro il cui merito maggiore è quello di portare finalmente un certo sense of humor ad un genere musicale che si stava prendendo un po’ troppo sul serio.

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