Nel 1973 il progressive nel mondo e in Italia, è all'apice della sua popolarità grazie all'originalità ed al livello di creatività raggiunta in tante produzioni. In quest'anno, viene pubblicato il primo disco dei Saint Just,dal nome del rivoluzionario francese morto nel 1794. Nati nel partenopeo Vomero, in quanto ad originalità e creatività ha pochi eguali. I tre compenenti della band, ai quali si aggiungono altri musicisti, sono Antonio Verde alla chitarra, basso e voce, Robert Fix al sax e soprattutto l'affascinante Jane Sorrenti, vocalist di eccezionale livello ( sorella del nel bene e nel male più celebre Alan ).
Il disco,che evoca atmosfere che spaziano dalla musica classica a quella medioevale, dal folk al prog vero e proprio con testi in linea con le caratteristiche delle musiche. Gli strumenti acustici saranno molto in evidenza in questo loro primo disco. Per "inquadrare" il genere, si potrebbero fare i nomi dei Pentangle, dei francesi Sandrose, della Third Ear Band e aggiungerei alcuni momenti dei Renaissance. In ogni modo, la loro originalità è sicura, come sicuro l'ottimo livello di questo album.
Il primo brano, uno dei migliori, si intitola "Il Fiume Inondò": il pezzo si apre con una sonorità minore, con la chitarra che lascia spazio ad un piano molto "classicheggiante", ma presto arriva la straordinaria voce di Jane Sorrenti, che in alcuni tratti riporta alle migliori performance del fratello Alan (del periodo di "Aria", ovviamente) specie in alcune modulazioni e nel modo di cantare allungando le vocali. Il brano cambia ancora, con un bel riff di sax, che duetta con la voce della Sorrenti che si riprende subito la "scena", con un crescendo tensivo molto efficace. A questo punto, la canzone cambia nuovamente, con un tema affidato alla chitarra elettrica, con la batteria di un giovane Tony Esposito dal suono molto crudo, con il rullante molto in evidenza nei fill. Di qui, si ritorna al tema iniziale affidato ala voce ed al piano. Un gran bel pezzo.
La seconda traccia è "Il Risveglio", anche qui il testo ha sfondo "fantastico", la voce di Jane Sorrenti si adatta e si modella in modo eccezionale alle atmosfere psicho-folk-prog delle musiche.
Armonie semplici ma linea vocale non banale sono le caratteristiche di "Dolci Momenti", le campane aggiungono un tocco "fantastico" alle belle atmosfere del pezzo: davvero suggestiva la voce.
Altro piccolo capolavoro lo troviamo nel quarto brano, "Una Bambina". Il pianoforte fa da sfondo alla voce, che con le sue lunghe note crea davvero una atmosfera tutta particolare. Il brano, a metà cambia, solo di chitarra elettrica e ritmica accesa di acustica, un momento sicuramente più solare che preclude all'intervento vocale di fratello di Jane, Alan,che ospite d'eccezione caraterizza ancora di piu' il pezzo.
Si passa quindi a "Triste Poeta di Corte", con un sax molto "napoletano", chitare acustiche che lasciano presto lo spazio ad una sorta di "confusione impetuosa", con la voce a tratti recitante, improvvisazioni. Presto però torna la calma, con uno dei momenti più " normali " del disco, con armonie affidate a piano, batteria e basso.
Il disco si chiude con l'omonima "Saint Just", cantata in francese, una bella ballata, "giocosa" e a tratti "circense" nei suoni e nel rievocare una certà "francesità", specie nella prima parte.
E' un disco non facile e che va ascoltato più volte per apprezarne le qualità e le sfumature. Una della più originali e migliori produzioni italiane, lievemente inferiore il loro secondo album, pubblicato nel '74.
Le emozioni e le atmosfere donateci principalmente dalla voce di Jane Sorrenti sicuramente colpiranno gli amanti della buona musica.

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