I fan originali, pur ammettendo che Break The Cycle sia l'apice della nostra carriera, sanno che quel disco ha sancito per noi l'inizio della fine, da li in avanti le radio e le TV ci obbligarono a fare quello che loro volevano, ma chi ci vedeva dal vivo sapeva in realtà chi eravamo veramente, ora siamo pronti a tornare ai livelli del passato.

Quando poco tempo fa vidi uno speciale sugli Staind su rockTV e ascoltai queste parole di Aaron Lewis, leader del gruppo, a primo impatto non gli diedi tantissima fiducia, mi sbagliai.

L'omonimo disco " Staind ", esce il 13 settembre anticipato dal singolo "Not Again" ottimo antipasto del ritorno al sound del passato pur mantenendo un buon livello di orecchiabilità. L'album apre con " Eyes Wide Open " pezzo tra i più ad effetto del disco con ottime sonorità Metal. Passano i minuti e dopo la già citata "Not Again", la band riesce persino a tingere di 'nero' quelle che avrebbero dovuto essere le ballate, un esempio lampante è " Failing ", che nonostante sia appunto un lento, nulla ha a che fare col pop/rock degli ultimi dischi, strizzando altresì l'occhio all'alternative Metal.

A sorpresa la collaborazione con Snoop Dogg in "Wannabe", il risultato però non risulta ruffiano, anzi il pezzo è di impatto e tra i più riusciti dell'intero disco dando ad esso quel tanto di Nu Metal senza eccedenze. Continuando l'ascolto è ormai chiaro che la band è libera da ogni limite di scrittura e di stesura dei testi, tornano in massa gli 'explicit lyrics', tornano le chitarre aggressive e qualche buon assolo, torna più in generale lo stile Metal perso da tempo.

La parte centrale del disco, con le successive " Throw It All Away " e " Take A Breath " sfodera il suo lato più malinconico, e Lewis non si tira indietro nel voler esternare i suoi problemi, degne di nota inoltre le sue parentesi 'scream' sempre ben accostate a buone melodie come ad esempio nella traccia " The Bottom ". Volendo utilizzare un paradosso, un album che stenta a steccare, difatti convincono anche le tracce finali " Now " e la cruda " Paper Wings " che personalmente, rimanda addirittura agli Slipknot.

Chiude ad incoronazione dell' ottimo lavoro l'acustica " Something To Remind You ", non pacchiana e 'catchy' come i lenti degli ultimi tempi.

Il risultato finale risulta sorprendente, quasi inaspettato, dopo due dischi mediocri la band di Springfield anzichè adattarsi a logiche di marketing, ha preferito rimettersi in gioco con un disco "alla Staind" e chissà se in questi tempi di magra, i nostri non riescano a risvegliare il mercato del rock/metal, ormai privo di idee e alla deriva. In tempi appunto difficili, "Staind" si posiziona ai vertici tra i dischi Metal dell'anno.

Voto 8,5.

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