Durante la realizzazione di Tiny Music… Songs From The Vatican Gift Shop, la chimica degli Stone Temple Pilots viene a mancare. Sembra andare tutto per il verso sbagliato, tra posticipazioni e problemi di riabilitazione legati a Scott Weiland.

Quest’ultimo prende del tempo per se stesso allontanandosi per dei mesi dai suoi compagni e dallo stress legato alla presentazione dell’album. Dean, Robert ed Eric hanno delle strumentali pronte per essere eseguite in studio e l’idea di un progetto secondario prende tanto piede da divenire un vero e proprio impegno a tempo pieno –e a detta dei tre- non di minore importanza rispetto al principale. Decidono a tavolino, già nei primi mesi del 1996, di dividere una lista di trenta canzoni in due categorie. Nella prima raggruppano quelle che considerano più adatte allo stile vocale di Scott, nella seconda quelle su cui lavorare assieme a Dave Coutts.

Dave Coutts è il leader dei Ten Inch Men, band che verso la fine degli anni ottanta venne affiancata per una data in California da Robert e Scott (che facevano parte degli Swing). I ragazzi decidono quindi di ricorrere a Coutts per la stesura dei testi e per la presenza vocale. Egli possiede un timbro di voce alto e roco che a parer mio trova nel glam inglese la propria ispirazione. Il disco viene registrato in estate, pochi mesi dopo la pubblicazione di Tiny Music, ed esce l’anno successivo.

Il tratto distintivo che lega Talk Show e Tiny Music è in primis il sound chitarristico di Dean DeLeo (ciò è palese in Ring Twice e Hide). Rispetto a Core e Purple, infatti, i tre musicisti optano nel caso di entrambi gli album per un suono più pulito e meno prepotente, smussando gli angoli e citando in alcuni casi i Fab Four (Everybody Loves My Car su tutte).

Il singolo Hello Hello possiede una struttura solida e il pezzo comincia veloce, tagliente presentando un articolato riff che ricorre in tutti i versi. Il videoclip del brano citato fa un giretto di routine su MTV, ma ben presto il flop attacca come il colpo della strega le intenzioni della formazione. Dave e soci concordano con disillusione che ognuno vada per la propria strada.

Chiusa la parentesi delle collaborazioni (per il momento) il compito di ristabilire l’indole del debutto toccherà l’anno successivo a No.4, grazie al ritorno del leader vero e proprio.

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