Nati da meno di un anno dall'unione di ex membri di Nectarines, Unaware e Startoday, i Tana Del Verme potremmo definirli come la ri-edizione 2.0 del punk-rock italiano anni '90. Se come il sottoscritto avete vissuto quel periodo sulla vostra pelle (in quel di Milano tra concerti al Rainbow Club e Leonkavallo, sabati in Fiera di Senigallia e giornate spese tra Zabriskie Point e Hangover) saprete certamente cosa attendervi da questo esordio discografico, tra brani al fulmicotone (ammiccando all'hardcore melodico californiano), testi che mescolano humour nero a critiche verso la società odierna e quella immediatezza che da sempre rende il punk-rock un genere amato da svariate fasce di ascoltatori. Un album che parte da "Generazione inutile" (primo singolo estratto), che oltre a mettere subito alla prova le coronarie del batterista in fatto di velocità ha un sapore old-school garage che non guasta affatto. Si continua poi sulla stessa linea d'onda (tra tutti i brani segnalo "M.J.F." forse il più Derozer style in fatto di immediatezza ma di sicuro il migliore dell'intero lotto), eccezion fatta per la conclusiva "Disco punk", dove come in ogni finale che si rispetti è la malinconia a prendere il sopravvento. In conclusione "Tana Del Verme" risulta essere un prodotto quanto mai sincero negli intenti, scritto più per passione che per altro. Avanti così!

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