Ma che bella figura che mi fanno fare 'sti draghetti con questa loro unica esternazione prodotta. Non sembra vero, ma è stato stampato veramente il disco? Ai primi ascolti ti lascia letteralmente in mutande, "ma che è 'sta roba?!?" Poi entri dentro e non vuoi più uscire da queste atmosfere che sfricchettonano in un elettro punk rock space folk dance mistico, il tutto farcito da una costante vena psichedelica corrotta.

I musicisti spaziano in voli pindarici con una assenza che evidenzia un immediato fuori speculazioni. I pezzi sono uno meglio dell' altro e viceversa e tanano la vena burlonesca dei musicisti: fanno quello che vogliono elargendo scariche elettriche a destra e a manca. E non manca niente qui, finalmente un lavoro che ci investe non fabbricando i pensieri. Ci pensano gli psiconauti a servire un sostanzioso menù di meteoriti impazziti, un bel viaggio insomma.

La diversità ma allo stesso momento l' omogeneità del lavoro è spiazzante, si passa da atmosfere elettronico ambient punk ad un folk ubriaco di cosmico, a ballate inaspettate grondanti frontiera, a vene di progressive astrale, en bref onde che schizzano inusuali eccitazioni. Qui c'è un uso degli strumenti tradizionali che sono picarescamente recuperati con l' aggiunta di spruzzate sperimentali ma sempre ottenute da fonti analogiche, tant'è che la stravaganza è pienamente avallata e incensata pur non disdegnando assoli vari, e non dimentichiamo che il disco esce nel 1978.

Le sonorità costruiscono nella mia fantasia una macchina del tempo dove i protagonisti sono antichi umani che giocano con aliene sonorità adattandosi ad usare quello che passa il convento del rock. In breve e papale papale 'sto robo è fichissimo anche perché velato di un coattismo siderale trascendente.
Facciamoci felicemente scottare dal rigurgito di questi draghi e rifuggiamo sin da adesso gli eventuali futuri presidenti Draghi. Chi vivrà veDRÀ(GHI)rà!

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