Pestano come ossessi i Roozalepres, dalla provincia aretina.

Iniettano zero ottani nella loro miscela di rock'n'roll o, come lo chiamano loro, rough'n'roll e questo detona all'istante, appena i jack di chitarre e basso sono collegati agli ampli.

Rock'n'roll ruvido, aspro e spigoloso.

Dichiarano influenze a non finire, dai New Bomb Turks agli Electric Frankenstein, ma quella più evidente sono gli Hellacopters.

Allora se siete di quelle e di quelli per cui gli Hellacopters sono finiti dopo «Supershitty to the Max» e «Payin' the Dues», allora i Roozalepres sono il gruppo che fa per voi.

Basta niente per fiutare l'aria che tira tra i solchi di questo loro omonimo esordio, il granitico riff di chitarra che domina «Rough'n'Roll Rooze'em All» spiega tutto molto meglio di quanto potrei fare io dilungandomi per centinaia di pagine.

Quello che viene appresso, da «Come and Go» fino a «Tiger Fangs», serve solo a ribadire a lettere cubitali che il rock'n'roll è musica da vivere in mezzo alla strada e, se le band che ho detto per voi significano qualcosa, vi auguro un giorno di incrociare la strada dei Roozalepres.

Non posso fare a meno però di menzionare almeno «Alien Television Show» e la mia favorita «Frankenstein Heart», Hellacopters e Turbonegro a go-go, riff che sfondano le mura, chitarre d'aria e teste perse in concitati headbanging.

Provate per una volta a dare una possibilità a chi viene da San Giovanni Valdarno o da qualche altro remoto borgo italiano piuttosto che da Seattle e sono sicura che vi convincerete che ad ogni angolo delle nostre strade potrebbe risuonare rough'n'roll come quello dei Roozalepres, c'è solo da alzare il volume.

Nella speranza che il disco vi piaccia quanto è piaciuto a me, lascio un saluto a tutte e tutti!

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