Trans Am è il disco di debutto del gruppo che porta lo stesso nome.

Sappiamo tutti com'è andata, dopo le sfuriate Grunge, o comunque Noise, sfiniti da continue esplosioni (o implosioni) di adrenalina formato rumore grezzo, c'è stato, nella musica proposta dagli artisti del mondo Alternative Rock, un ripiegamento verso una dimensione più tranquilla e intimista, in cui il volume e la distorsione venivano sostitituiti da intricate trame musicali. E' ciò che venne definito Post Rock, un genere fortemente influenzato dal rock tedesco degli anni '70, il Krautrock, in particolare dai Neu!.

I Trans Am vengono da questa temperie musicale, non a caso questo disco è stato registrato da John McEntire dei Tortoise.

Nel Post Rock i Trans Am non sono forse uno dei gruppi più rappresentativi, preferendo prendere a piene mani da stili di epoche diverse, e questo disco ne è un eccellente esempio. Tuttavia questo ecclettismo è esso stesso un elemento del Post Rock, in cui la consapevole, virtuosa, forbita ripresa di temi disparati è parte integrante di un gioco intellettuale, un gioco che appunto permette di tenere lontane le esplosioni (o implosioni) emotive caratterizzanti la musica degli anni appena precedenti, grazie ad uno sforzo di autocontrollo e distacco.

Trans Am è innanzitutto un power trio e quindi la musica, benché rifletta un certo virtuosismo tecnico, rimane minimale ed essenziale, ridotta sempre al minimo indispensabile a raggiungere lo scopo o a realizzare l'idea musicale. E in questo, tutto sommato, i Trans Am rivelano un'attitudine Punk, benché la loro musica ne sia a volte così lontana. Così molte canzoni rimangono basate sulla batteria di Sebastian Tompson, il basso di Nathan Means, la chitarra di Philipp Manley. Talvolta gli strumenti a corde vengono rimpiazzati da tastiere, sempre però volte alla realizzazione di una traccia musicale ben definita, mai come semplice tappeto sonoro o riempimento.

I Trans Am si presentano con la marcia d'apertura "Balbados", caratterizzata da un'approccio tipico del gruppo, ovvero quello di fondare i pezzi sul tappeto percussivo della batteria, utilizzando il basso e la chitarra quasi solo per ornare la ricca struttura portante realizzata da uno dei migliori batteristi Rock nei vent'anni successivi al loro esordio.

Seguono traccie atmosferiche ("Enforcer", "Tecnology Corridor"), talvolta basate su sottili variazioni di un semplice timbro musicale ("Prowler"), intervallate da pezzi costruiti su ritmi sincopati e accordi dissonanti ("Trans Am") o elettrizzanti cavalcate ("Orlando"), fino a sfiorare il genere Progressive nel pezzo finale ("American Kooter").

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