Ormai giunti allo scadere di questa prima decade di ventunesimo secolo, possiamo sentirci tranquilli nell'affermare che la formula shoegaze/lo-fi + synth + drum machine sia qualcosa di consolidato che ha smesso di stupire e può solo cullarci in quella sicurezza casalinga che solo il pop sa dare.

Arrivano nel 2008 a pubblicare il primo album questi giovani australiani, lavoro piuttosto mediocre, dimostrazione di capacità limitate sulle lunghe distanze, ed è per questo che ho preferito recensire questo loro primissimo esordio ufficiale.

L'EP omonimo esce nel 2005, sotto un'etichetta moderatamente trendy come la Modular Record che vanta grossi nomi tra le sue file (tra questi anche il primo EP dei Klaxons, con cui i Van She avevano collaborato remixando Gravity's Rainbow con un'impronta fortemente electro e qualche eco di Daft Punk appena percettibile in alcune scelte).
In questo primissimo lavoro i Van She non si scostano di fatto più di tanto da quanto già fatto dagli m83: ritmi poco danzerecci, melodie pop, sonorità eteree. Non di rado però si propongono in modo più incisivo, con giri di basso slappati, voci rock'n'roll (quanto basta), e brani attitudinalmente più vicini a certi episodi degli LCD Soundsystem, e a quella corrente che a qualcuno piace chiamare "Dance Punk". Iniziano così con questo piglio un po' incerto sul da farsi tra il "cool" e il "dream", effettando gradualmente la voce e sussurrando sempre più fino ad arrivare a "Here With You" brano "più shoegaze" dei sei, passando tra il pop di "Kelly" (pezzo che poi gli stessi m83 remixeranno) , la cupa "Sex City" (in cui si sente un certo accento di Depeche Mode e che sarà poi campionata da quel pazzo d'un canadese che è Ethan Kath) e i due divertissement "Mission" e "Survive" dove ci propongono il loro lato più "yeah!".

Insomma sei brani intensi, che sono passati tra le orecchie un po' di tutti quelli che bazzicano in questo sempre più apprezzato ambiente electropop, anche se non si sa bene da che parte pigliarli, forse perchè non c'è un verso giusto, vanno solo presi senza farsi tante domande come le medicine che ti dà il dottore, vivendo una vita simpatica, evitando di ricordare che cose belle come la libertà e il romanticismo sono morte, o forse non sono mai nate, e non dimenticando di ascoltare i Van She qualche volta, se capita, e di mangiare pizza e divertirsi, e di fare all'amore con il vostro ragazzo, la vostra ragazza, o anche con voi stessi...

 

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