Questo disco affonda le sue radici nella fine degli anni novanta, quando la città di Parigi divenne la capitale della "French Touch" e realtà sotterranee del mondo della musica funky house emersero dall'anonimato fino a diventare in alcuni casi dei veri e propri fenomeni commerciali. Tra gli esponenti di quella sottocultura vi erano anche i Think Twice di Jean Christophe Couderc, Benoit Raymond e Mathieu Autin che oggi assieme al chitarrista Guillame Léglise formano i Vox Low, un gruppo che si propone in qualche modo di rilanciare sonorità dark-wave direttamente dalla capitale francese, considerata per il genere un po' come una specie di cattedrale per la sua storia e la sua cultura.

Il primo LP eponimo è stato pubblicato due giorni fa dall'etichetta francese Born Bad Records e riprende sicuramente alcuni cliché tipici del genere wave per quello che riguarda le atmosfere e le sonorità, a partire dal suono minimale ma efficace tanto del basso ("Now We're Ready To Spend", "What If The Symbols Fall Down"...) quanto delle chitarre, che suonano come se fossero lame affilate nello stile più oscuro dei Fall di Mark E. Smith. I suoni sono per lo più claustrofobici ("Trapped On The Moon") o comunque glaciali ("We Cant' Be Blamed"), ma in ogni traccia si aprono breccie verso soluzioni diverse grazie alla strumentazione elettronica e la esperienza nel mondo della french house ("Something Is Wrong", "Some Words Of Faith", "Rejuvenation"...) che è sicuramente una componente determinante, tanto quanto la ricerca di atmosfere che più che nichiliste vere e proprie, appaiono marcate da un certo fatalismo e da una radice neo-romantica ("You Are A Slave", "Rides Alone").

Collocherei i Vox Low a metà tra Gary Numan e i Depeche Mode più "spirituali". Ma questo disco più che essere all'insegna del revivalismo, è invece un lavoro con dei contenuti ideologici ben definiti e che guarda in maniera critica la situazione attuale francese comparata agli anni della french touch e come questa esperienza sia collimata (in maniera parallela alla storia del paese negli ultimi vent'anni) in una musica per discoteca edonista di destra e il movimento sia rappresentato da dei Daft Punk imbolsiti costretti a indossare dei caschi da motociclisti per nascondere la loro calvizie. Il fatalismo dei Vox Low è quindi non una specie di compiacimento ma letteratura e arte visiva come Bret Easton Ellis e i Velvet Underground, Ennio Morricone e Hiroshima mon amour..

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