Io sono quasi morto un paio di volte
Io sono quasi morto un paio di volte. Mica cazzate.
Cancro hanno detto. A me lo hanno comunicato un po' in ritardo, ma si sa certe cose uno se le sente. Da un giorno all'altro mi sono ritrovato sballottato in ospedale dalla chirurgia alla terapia. Il fatto che io sia qui a scarabocchiare i miei pensieri dovrebbe rassicurarvi sul mio stato di salute attuale ed evitare un'onda di compassionevole rammarico. Resta il fatto che ci sono passato vicino.
Ad oncologia eravamo tutti uguali. I capelli se ne vanno, farmaci e dolore fanno il resto. Il che facilita pure il compito ai dottori di turno ai quali non interessa gran che del tuo aspetto o di come fosse la tua vita prima che il treno della sfiga cambiasse binario appositamente per farti salire in prima classe. Il problema però è che scampata la paura uno si trova un filo spaesato.
Sì, io adesso sono diverso. Diverso dalla massa di giovani che infestano il mondo e che una lobotomia frontale non renderebbe tanto diversi da quello che già sono. Diverso da chi, per distinguersi dalla massa di cui sopra, decida una bella mattina di ritagliarsi un personaggio alternativo al sé omologato e non pago di essere falso come la promessa di amore eterno di una vedova nera, sbandiera la sua inadeguatezza e la sua infelicità al mondo che non lo comprende.
Un bel giorno mi è precipitato un concorde sopra la testa e quando mi sono svegliato niente poteva più essere come prima. In tutto questo una profonda incazzatura, più o meno latente, nei confronti di un mondo che sta facendo di tutto per sotterrare sotto tonnellate di immondizia quel paio di cose davvero importanti, che al di là delle banalità e dei luoghi comuni sono sempre quelle.
E se l'amicizia è sparita piuttosto rapidamente nel giro di tre parole ("ho il cancro"), all'amore ho potuto aggrapparmi con tutte le forze e nessuna parola gettata su carta o su monitor potrà mai rendere giustizia a questa incredibile forza.
Mi limito, se me lo concedete, ad un semplice grazie.
A Sabrina, con tutto l'amore che posso.