Itself intervista Piero Scaruffi (1996)


ITSELF: Come è nata la tua passione per la musica e come si è sviluppata?
Piero Scaruffi: Prima ho scoperto la musica classica del Novecento, poi ho scoperto il rock. Se avessi avuto occasioni probabilmente oggi sarei un critico di musica classica. C’erano però già troppi critici di musica classica. Di critici rock ce n’era di fatto uno solo, Bertoncelli, perchè gli altri non avevano capito appieno cosa stesse succedendo. Scopersi il rock tramite lui. O meglio, scopersi quella parte del rock che meno era vicino al rock: I miei primi dischi  furono Rock Bottom di Robert Wyatt,  Rainbow in Curved Air di Terry Riley e Irricht di Klaus Schulze. Da allora ad oggi il cuore è rimasto con tutti gli eretici del rock (Cpt Beefheart e Tim Buckley su tutti), anche se il cervello deve riconoscere l’importanza e l’influenza di Stones e Doors. La mia Storia del Rock la costrui poco alla volta come insieme di note ad uso e consumo del sottoscritto. Soltanto  verso la metà degli anni Ottanta provai, senza fortuna, a pubblicarla. Nel 1988 conobbi di persona Bertoncelli, che sponsorizzo la pubblicazione all’Arcana, e da allora sono diventato un minimo noto in Italia. Nel frattempo  negli USA avevo collaborato al neonato Option, e poi a diverse riviste, sia mainstream sia underground. Adesso negli USA scrico soltanto per i/e, una rivista di profughi da Option. Ho continuato anche ad interessarmi di musica classica. Da anni tento disperatamente di pubblicare un libro sulla musica del Novecento. Peccato che, oltre agli ascoltatori, manchino anche i lettori, e quindi gli editori. La recente Enciclopedia New Age (sottotitolo “elettronica, ambientale, etc”) è un derivato di quel sogno.
I: Saremmo curiosi di conoscere il tuo rapporto con Rockerilla. Decidi tu quante e quali recensioni scrivere? Hai degli obblighi particolari?
PS : Sono un umile corrispondente dagli USA. Non faccio parte della redazione e non ho voce in capitolo nella direzione strategica della rivista. Cosi’ come collaboro a La Stampa, ma il direttore de La Stampa non chiede a me per decidere come impostare il giornale. Il mestiere di corrispondente (per Rockerila come per qualsiasi altra rivista) consiste nel fornire alla redazione informazioni su cio’ che succede in USA, e nell’eseguire quelle interviste/recensioni che non è possibile fare dall’Italia.
I: Cosa pensi del giornale?
PS: Penso che chi l’ha fondato e gestito per tanti anni sa meglio di me cosa ha senso scrivere in Italia, e mi guardo bene dal sindacare. Se io dovessi fare una rivista, sarebbe molto diversa (certamente non tratterebbe l’ignobile pop britannico), ma forse alla fine sarei l’unico a leggerla. Ripeto: sono un collaboratore, non un redattore. Non ho voce in capitolo nella direzione della rivista, né vorrei averne.
I: Scrivi per altri giornali, magari anche non musicali?
PS: In Italia: New Sounds, La Stampa, Clic, etc etc etc.
I: Come ti procuri i dischi e come procedi per la recensione?
PS: Quando arrivi a certi livelli, sono le case discografiche a inondarti di cd. Il problema è trovare il tempo di ascoltarli tutti, anche quelli di cui non sai nulla. Per me la recensione consiste semplicemente nell’ascoltare e riascoltare il disco, prendendo tutti gli appunti che mi viene da prendere. Quando non mi vengono più appunti, vuol dire che ho tutto il materiale che mi serve. A quell punto si tratta solo di strutturarlo in un articolo leggibile. Ma oggi tendo a preferire la recensione breve. Le analisi lunghe e dettagliate mi sembrano più idonee ai libri che ai giornali. Cosi’ gli appunti devono non soltanto essere strutturati ma anche “riassunti”. Poi è una questione di principio per me dare sempre un voto. E’ troppo facile e comodo  parlare bene di tutti. Un critico a mio avviso deve prendersi la responsabilità di dare dei voti, e pertanto stabilire delle classifiche. E’ chiaro che si rischia di inimicarsi case discografiche e musicisti.
I: Raccontaci, se vuoi, l’iter di una tua intervista tipo.
PS: Non c’è un iter tipico. I grossi personaggi sono gestiti in maniera burocratica dale case discografiche e hai pochissimo margine di manovra. I minori generalmente li incontri prima del concerto al bare fai una chiacchierata generica. Poi scegli quello che ti sembra più intelligente e lo trasformi in intervista.
I: C’è un’intervista che non potrai mai scordare?
PS: Ci sono diverse interviste che hanno richiesto un notevole lavoro di fantasia, perchè il musicista era talmente stupido che non ha detto una sola frase degna di essere pubblicata. Fra i grossi nomi mi limito a segnalare i Soundgarden, veramente un esempio mirabile di come si possa far strada nella vita avendo il quoziente d’intelligenza di una scimpanze’. Altre interviste sono state molto difficili, come quella a Juliana Hatfield, di cui pero’ non mi va di parlare. Quelle che mi divertono di più sono quelle con con gli intellettuali della musica, che finiscono per essere anche quelle più tecniche. Generalmente escono pero’ negli USA, come quella recente che ho fatto ai Trance Mission per i/e, in parte ripresa da Rockerilla.
I: Qual’è stato il gruppo più simpatico con cui hai parlato?
PS: Tantissimi ragazzi di provincia, che fanno davvero tenerezza per la passione e per la devozione con cui si dedicano alla musica, dai Thin White Rope ai Toenut.
I: Come mai i Toenut ti salutano sul loro disco?
PS: Skipper è stato mio studente di intelligenza artificiale e l’ho incoraggiato a studiare.
I: Il più antipatico?
PS: Soundgarden.
I: Parliamo di etichette indipendenti. Chi è che, secondo te, sta facendo il lavoro migliore?
PS: la Projekt è una delle mie favorite sul fronte gotico-industriale. Trance Syndicate, Homestead, Drag City, Merge, Touch and Go. Ce ne sono tante piccolissime che meriterebbero la citazione: Scat, Charnel Music, etc. Una menzione speciale agli innovatori nel campo industrial, come Fifth Column e 21st Circuitry.
I: Potresti fare un piccolo commento a riguardo di ognuna delle seguenti etichette in relazione a passato, presente e (se possibile) futuro? Touch and Go PS: un classico del rock alternativo, con loro si va quasi sempre sul sicuro. (8/10) I: Matador. PS: un po’ casuale la scelta dei gruppi. (5/10) I: Sub Pop. PS: Molto decaduta, alla ricerca di nuovi sbocchi. (5/10) I: Trance Syndicate. PS: Coraggiosa e geniale. (9/10) I: Blast First PS: Non la conosco abbastanza. I: Homestead. PS: Un altro classico. (8/10) I: Southern. PS: non la conosco. I: Drag City. PS: un altro classico. (8/10) I: Quarterstick. PS: è una sussidiaria della Touch and Go. I: Merge. PS: un classico che ha avuto ancor più coraggio della media. (8/10)
I: A questo punto consigliaci qualche gruppo su Merge e Homestead…
PS: Merge: Magnetic Fields, Polvo, Lambchop. Homestead: quest’anno soltanto Soul Junk.
I: Qual’è secondo te la major che si sta comportando meglio con i gruppi indipendenti?
PS: A&M ed Elektra a pari merito.
I: Mi diverto molto a leggere la tua classifica dei 10 migliori titoli dell’anno, poichè in Italia ne girano al massimo un paio. L’anno scorso trovai i Super Deluxe, i Magnetic Fields, e i magnifici Cobra Verde dei quali non esiste altra traccia  sulla stampa italiana. Vorresti dirci qualcosa su di loro?
PS: Magnetic Fields è uno dei massimi geni della canzone moderna. Insieme a Smog, My Dad is Dead, e pochi altri sta inventando un pop intellettuale e surreale. Cobra Verde sono i degni eredi dei Death of Samantha, complesso sottovalutato ma geniale dell’Ohio (epoca Pere Ubu).  Velo Deluxe sono sulla stessa falsariga.
I: Tornando ai Magnetic Fields, ho notato dale tue recensioni che stai apprezzando molto questo genere, se non sbaglio una specie di folk moderno arricchito da una cospicua strumentazione. Potresti parlarcene?
PS: Hai ben riassunto l’idea. Aggiungerei che ogni canzone tende a diventare un kammerspiel, denso di emozioni e tensioni narrative. Mi sembra una delle correnti più interessanti degli ultimo anni.
I: In una recente recensione riguardante l’ultimo Scud Mountain Boys, hai speso parole di stima per i Freakwater dei quali non sappiamo nulla. Come mai li apprezzi tanto?  Quanti dischi hanno realizzato?
PS: Sono capitanati da due folksinger ragazze del Kentucky, ed eseguono un dimesso folk da camera. I Palace sono diventati famosi ma secondo me non valgono le Freakwater. Hanno fatto tre dischi, tutti difficili da trovare. Auguri.
I: Sulla recensione dell’ultimo Grifters affermi che il baricentro del noise rock USA si è spostato in periferia. Come mai?
PS: Bella domanda. Forse perchè nelle grandi metropoli tende a dominare il trend, la moda, il costume, mentre nelle province i gruppi sono più liberi di sperimentare, è più facile conservare la propria personalità.
I: Puoi farci un commento conciso sui Sonic Youth di ieri e di oggi?
PS: Come sempre, dispiace che tutti se ne siano messi a parlare quando hanno smesso di fare arte. Gli ultimi due dischi sono stati un po’ mediocri, raffazzonati. Nel complesso, i Sonic Youth sono comunque fra coloro che hanno impresso un’accellerazione all’evoluzione della canzone, cosi’ come fecero Stones, Doors, Pink Floyd e Pere Ubu.
I: Cosa significa “imprimere un’accellerazione all’evoluzione della canzone”?
PS: Minchia (come dicono in California) quante cazzate che scrivo – non so cosa volevo dire. [NDR: standing ovation per Piero]
I: Il concetto di canzone rock è cambiato negli anni? Se si, i Sonic Youth hanno aiutato a cambiarlo, in termini di cosa fa la melodia con l’arrangiamento, e viceversa, di cosa è lecito come arrangiamento , etc.
PS: Non fatemi domande difficili, di musica non ho mai capito molto!
I: Ci sono etichette e gruppi europei che ammiri? E italiani?
PS: I gruppi scandinavi di musica elettronica/industriale/gotica, un po’ tutti quelli tedeschi sperimentali. Personalmente ritengo che la scena tedesca sia molto più importante di quella britannica, per cui non posso condensarla in due parole. Potrei semmai condensare in due parole quella britannica, sempre più minore. Degli italiani non conosco quasi nulla ormai sono lontano da troppo tempo.
I: Come è la scena musicale oggi a San Francisco? Cosa pensi dei Thinking Fellers Union Local 282?
PS: la scena è anche troppo varia e fertile.C’è veramente di tutto. Personalmete preferisco proprio la scena d’avanguardia ben rappresentata da grupi come Thinking Fellers Union Local 282, Steel Pole Bath Tub, Trance etc. Ma ci sono anche cantautori innovative (come appunto Smog) punkrocker (non dimentichiamoci che i Green Day e i Rancid vengono da qua), etc.
I: Migliore etichetta ‘80s.
PS: Touch and Go.
I: Migliore gruppo ‘80s.
PS: I Sonic Youth, a malincuore, su Hüsker Dü,  Pussy Galore, REM, Ministry, Flaming Lips, Blind Idiot God e Bitch Magnet per chi ama gli sconosciuti. Foetus se contiamo anche i musicisti singoli se li mangia tutti.
I: Migliore disco ‘80s.
PS: Mi tolgo una soddisfazione: “Original Sin” di Pandora’s Box (un progetto di Jim Steinman, quello che scrive le musiche per Meat Loaf).
I: Migliore etichetta ‘90s.
PS: (fino ad oggi) Projekt.
I: Migliore gruppo ‘90s.
PS: Se contano i musicisti singoli, direi Nick Cave, altrimenti un testa a testa fra Slint, Jesus Lizard, Polvo, Mercury Rev, Morphine, Jon Spencer, Magnetic Fields e Lycia .
I: Migliore disco ‘90s.
PS:Mi tolgo un’altra soddisfazione: “Twin Infinitives” dei Royal Trux, un pelo prima di “The Good Son” di Nick Cave.
I:  Scena in esplosione.
PS: 1) Gotica/Industriale 2) Folk da camera di cui sopra.
I: Scena in decadenza.
PS: Grunge, heavymetal (tutte le sottocorrenti). Gruppo più avantgarde della scena indie rock USA: Vampire Rodents.
I: I prossimi a smerdarsi.
PS: Smashing Pumpkin (se si considera i Pearl Jam come già smerdati, e naturalmente se non vogliamo elencare i duemila britannici tipo Oasis e Blur, che pero’ mi sembra offensivo citare nel mondo della musica).
I: I prossimi a fare soldi.
PS : E’ talmente casuale…
I: Attenzione a…
PS: Lisa Germano, che ha fatto un disco più bello dell’altro.
I: Concerto dell’anno.
S: Crash Worship.
I: Premettendo che i Royal Trux mi fanno impazzire, come fai a dire che “Twin Infinitives” è uno dei dischi migliori per te?
PS: Originale, potente, maestoso, impossibile. Se mi chiedi di definire una sinfonia di Beethoven, uso probabilmente aggettivi molto simili…
I: La tua migliore intervista fatta fino ad oggi:
PS: Steve Albini su Rockerilla.
I: Ho letto il tuo ultimo libro “Il Terzo Secolo” sulla società Americana. Ne esce fuori un quadro affatto rassicurante. Visto che gli USA possono essere considerati il paese socialmente più avanzato fra quelli occidentali, quanto pensi che arriverà di tutto cio’ in Europa e in Italia?
PS: “Il Terzo Secolo” è una panoramica dei fenomeni più unici degli USA. Quindi non necessariamente “tutto” cio’ che succede negli USA. Secondo me arriverà tutto. L’Europa copia pedestramente gli USA in tutto, dalla Coca Cola alla letteratura.
I: Consigliaci qualche posto da visitare assolutamente se si capita dalle parti di San Francisco.
PS: Mount Tampais, se non c’è la nebbia, ha uno dei panorami più belli del mondo. 
I: Ultima domanda della quale penso di conoscere la risposta. Secondo te, il rock è morto? Se si, perchè? Se rispondi anche all’ultimo interrogativo, vuol dire che mi ero sbagliato.
PS: I generi musicali non muoiono mai. E’ persino discutibile che nascano. Il rock si è certamente ingigantito al punto che, per ragioni meramente commerciali, deve frazionarsi in sottogeneri. Ciascuno dei quali non morirà mai, e forse non è nato adesso perchè a ben guardare esisteva già negli anni ’60 se non ’50…
I: Che mi dici di Von LMO?
PS: Peccato che sia completamente pazzo. Il suo primo disco, uscito dopo 15 anni, è un capolavoro. Ho visto un suo concerto in cui ha eseguito un solo brano di 60 minuti: 60 minuti di una distorsione assordante alla chitarra. Questa si chiama classe.
I: Come mai I 60 minuti di feedback di Von LMO li hai chiamati classe?
PS: Devi sentirli, se mai li registrerà e poi giudicherai tu. Un ritornello puo’ essere geniale o stupido, un feedback puo’ essere geniale o stupido, una natura morta puo’ essere geniale o stupida, un ritratto puo’ essere puo’ essere geniale o stupido, il soggetto in se’ non determina la qualità dell’opera. In base a si puo’ decidere se delle tele con sopra una Madonna e un Gesù bambino sono arte o solo banalità? E poi non sono d’accordo con certi canoni accettati: a mio avviso Petrarca era un mediocre poeta, e chiunque dica il contrario secondo me mente, anche se ha la cattedra alla Sorbona. Raffaello è una pizza quasi uguale, e a Leonardo riconosco più il genio scientifico che quello artistico: secondo me è più obiettivo (=onesto) chi si esalta al cospetto di 60 minuti di feedback di Von LMO che chi si esalta per una Madonna e un Gesù bambino di Raffaello.
I: Come hai fatto a decidere che quel feedback o Twin Infinitives sono belli, a parte l’istinto?
PS: Tutti sono capaci di generare un feedback di un’ora. Ma nel 99% dei casi, quell feedback farà soltanto annoiare la gente intorno. Von LMO ha fatto esplodere il locale. Twin Infinitives ha quell’ibrido di complesso e primitivo che è difficilissimo da bilanciare. E’ frammentario e al tempo stesso monolitico. E’ uno di quei dischi che da qualsiasi prospettiva lo prendi, finisce sempre per stordirti. Anche se non ti piace.
I: Ma Von LMO crede veramente in quello che dice? (Dato che probabilmente fa la fame e non lo paga nessuno, penso di si)
PS: Hai risposto per me…
I: A Piero…te volevo chiedere ‘na curiosità che me so scordata...ma tu soni qualche strumento? C’hai provato a mette su ‘n gruppo?
PS: Ho provato a suonare il quinto tasto a sinistra dell’organo Hammond, ma il fatto non è stato grdito dai vicini. Ho preferito darmi al giardinaggio. Ragion per cui oggi non so suonare nessuno strumento, ma in compenso in giardino ho otto alberi da frutta che mi consolano ogni volta che leggo le classifiche di vendita di Billboard.

(pubblicato su Itself - si ringrazia Monia de Lauretis per la gentile concessione)


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