Può un capolavoro assoluto della musica italiana rimanere non pubblicato? Ebbene si: “Gabbianone” o “Il Gabbiamone”, che dir si voglia, è un capolavoro di Battisti mai uscito su disco.

Per fugare ogni dubbio “Il Gabbianone”, dizione che mi piace di più, è una sola canzone, probabilmente scritta nelle sessions dell’album 'Don Giovanni', anche se alcuni giornalisti la indicano come ultima incisione di Battisti in studio. Quale che sia la sua origine la canzone fu scartata per qualche balzano motivo e ora è disponibile in rete.

Non è dato sapere se esista un master del pezzo o un’incisione non ufficiale, si sa solo che qualche anima pia, probabilmente lo stesso Battisti, la fece fuoriuscire dalla casa discografica, forse già nel formato mp3. “Il Gabbianone” è una piccola opera musicale che si scioglie attraversando melodie e ritmiche mutevoli, raggiungendo in molti suoi passi una formidabile sintesi fra musica leggera e progressive. Nonostante la qualità del suono non sia delle migliori (è probabile infatti che sia mancata quasi del tutto la fase di missaggio) è comunque possibile cogliere appieno l’intensità della linea melodica, sottesa da un riuscitissimo intreccio fra pianoforte, tastiere e chitarre. L’atmosfera del pezzo rimanda chiaramente ad un paesaggio, quello forse nel quale si muove il gabbianone del titolo, citato nello scarno testo soltanto alla fine. E in questo paesaggio si snodano i pochi pensieri espressi dal cantante, intimi e sognanti.

L’intera composizione sembra essere nient’altro che un sogno fatto canzone, o quantomeno l’espressione del desiderio di sognarsi sotto un’altra prospettiva. Del sogno, la canzone stessa conserva l’apparente distacco della persona dai suoi pensieri e l’incongruenza spazio-temporale degli eventi. La paternità del testo è attribuita a Pasquale Panella, le cui tipiche soluzioni stilistiche sono facilmente riconoscibili. Tuttavia, non avendo quest’ultimo mai rivendicato di esserne l’autore, non è possibile escludere del tutto un’origine riconducibile all’ultimo periodo di vita di Battisti, che alla luce del divorzio già consumato con Panella, ne potrebbe anche essere l’unico autore. E nei pensieri di chi scrive rimane viva questa, seppur improbabile, ipotesi, che sancirebbe, se ce ne fosse ancora bisogno e una volta per tutte, l’immensa arte compositiva del grande Battisti.

"Scassinarmi da me per entrarmi di giorno in sogno e vedere com'è che mi muovo che cuocio un uovo e svogliare cari orari miei non toccare lei Corro solo e oserei defluire a segreti greti e irretirmi curioso nel buon uso del sosia iosa e goloso di dolcezza mia derubarmi La lacrima sta come arancia nell'aranceto delle guance sfila si snoda da indossatrice dentro l'abito da sera della mia cera. Con marina ironia paturni e notturne e ormeggi sogno un mio volteggio umano da gabbianone."

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