Slint EP fu registrato nel periodo compreso fra le uscite di Tweez (1989) e Spiderland (1991), sebbene pubblicato solo nel 1994, a gruppo gia' sciolto.
Il disco fotografa il passaggio dal post-hardcore di scuola Big Black degli esordi a una musica altra, basata sul minimalismo e sull'austerita' compositiva, che di li' a poco verra' chiamata post-rock. Gia' dalla confezione gli Slint si mostrano scarni, essenziali, diretti: in copertina nessuna scritta, solo la foto in bianco e nero di un omicidio visto dall'alto. Anche sul retro nessuna informazione, addirittura senza serigrafia sul cd.
Il disco e' costituito da due brani entrambi strumentali per un totale di circa 13 minuti.
Il primo, Glenn, e' un occhio fisso su porzioni di spazio, oscuro scrutare dentro se' stessi; e' rabbia, turbamento, senso di perdita repressi; e' rinchiudersi nel proprio mutismo, guscio protettivo, ma allo stesso tempo cella senza via di fuga, abisso senza fine. Le emozioni vengono decontestualizzate, osservate, sezionate, rielaborate, tutto al fine di essere meglio assorbite dalla nostra coscienza. Nulla e' esteriorizzato, tutti gli stati emotivi rimangono confinati dentro se' stessi, come se corpo e ragione fossero due entita' distinte prive di correlazione reciproca. La razionalita' diventa meccanismo di difesa. Non piu' anima, ma mente.

Glenn anticipa uno dei temi di fondo di Spiderland: l'incapacita' di vedere, di rompere quel vetro opaco che impedisce di riconoscere una realta' netta e inequivocabile. Ma se il fine (la verita') e' inconoscibile e' a causa del mezzo: la coscienza. La coscienza impedisce di addentrarsi nel reale per rimanerne sulla soglia, forse perche' la verita' e' intollerabile, forse perche' ancora piu' forte e' il desiderio di restare immutati nonostante una tale rivelazione.
Il secondo brano, Rhoda, e' la versione estesa e incattivita di quella gia' presente in coda a Tweez. E' lucida, fredda, geometricamente rigorosa, forsennatamente statica. Al minuto 3'16'' pero' qualcosa si incrina. L'autocontrollo viene a mancare all'improvviso e le tensioni interne vengono rilasciate tutte insieme, come una diga che crolla e spazza via tutto cio' che incontra. E' uno sfogo terribile, una reazione catastrofica a quello che non e' piu' mutismo volontario, ma una vera e propria incapacita' di comunicare. Il disco si chiude con un rumore sfibrante al limite del collasso nervoso, un feedback che come un elettrocardiogramma piatto segna una morte necessaria a dar vita a una nuova esistenza.

Gli Slint non saranno mai piu' cosi' espressivi.
Poi come detto verra' Spiderland a segnare il punto di non ritorno e il successivo scioglimento, con gli Slint che coerenti fino all'ultimo implosero su se stessi, con la sicurezza di aver espresso tutto quello che avevano da dire.

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