La Dischord sforna per noi un altro dei suoi manicaretti, il quarto lavoro dell'eclettico trio di Washington DC, secondo per la suddetta casa discografica. Non lo inserisce senz'altro in un menù di nouvelle cousine, visto il titolo dell'album, Fake French, nome che contraddistingue prodotti culinari (e non) made in USA imitazioni di noti prodotti tipici francesi. Non è esattamente francofono il sound che i nostri simpatici amici producono nel loro album, ma senz'altro ha alcuni connotati "europei".
Rileggendo in modo personale la definizione "indietronica", direi che i nostri eroi fanno dell'elettronica, anche di un certo livello, guardandosi continuamente "indietro", il che significa sia ispirarsi a certa musica sintetica di inizio anni ottanta (in alcuni tratti è imbarazzante la somiglianza con alcuni vecchi brani degli Human League di Reproduction), sia a certa new-wave minimale che nello stesso periodo iniziava a prender piede nel nostro continente (vedi i Simple Minds di Empire and Dance).

II trio però non si ferma certo qui e riesce nell'operazione che non hanno potuto completare i pur ottimi Liars, cioè creare un connubio pressoché perfetto fra queste sonorità antiche e le nuove (quanto siano nuove poi non si sa) iniezioni "post punk" (ai miei tempi "post punk" significava ben altro... ah le definizioni...).
I pezzi, laddove potrebbero perdersi nella piattezza di certi ritmi di drum machine, magicamente si aprono col suono vivo (quasi lo-fi) della batteria o del basso o della chitarra elettrica riscaldando l'ambiente freddo generato dalla base elettronica e dal cantato a tratti cantilenato e sovrapposto delle 3 voci. II suono vintage dei laptop e di certi ritmi digitali (eccezionale l'effetto "clap" di Just Don't Know) si sposa perfettamente coi botta e risposta fra i 3 musicisti-cantanti (a tratti urlanti) generando un sound tra il serio e il faceto, che poi per me tanto faceto non è.
Insomma, se dovessi scegliere tra il "ci sono o ci fanno", direi che questi El Guapo ci sono. Potrebbero essere facilmente presi sotto gamba per certi brani ammiccanti o per i testi all'apparenza poco seri ma in realtà ii 3 sanno usare bene le armi in loro dotazione e i testi denotano sagacia nonché un sottile sarcasmo. Sanno bene cosa ci danno in pasto insomma, sebbene siano solo "falsi francesi".

In conclusione gli El Guapo mi convincono, nonostante sia facile pizzicarli con le mani nel sacco marchiato "anni 80", così come mi convinsero gli Interpol seppur su piani differenti, perché non è ancora un delitto rivisitare certa (buona) musica del passato (dovremmo smettere di ascoltare musica di questi tempi) e lo è ancora meno se contiamo l'attenuante della giovane età del trio e il fatto che ci mettono del loro, ne mettono tanto e lo fanno bene.
Consigliato.

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