Etichetta da tenere d'occhio, la Saddle Creek, da Omaha, Nebraska: nata come sorta di capriccio egocentrico è ora approdata ad un catalogo di sicuro spessore, comprendente tra l'altro quel genio sregolato di Conor Oberst (Bright Eyes - è di questi mesi la notizia di un suo rifiuto agli attrattivi ponti d'argento offerti da una major - e vorrà pur significar qualcosa), oltre a Desaparecidos, The Good Life e altri giovincelli niente male che abbisogneranno di tempo per vedere le luci della ribalta - ma v'assicuro che il tempo sarà galantuomo.
Proprio ad Omaha si trasferiscono, un paio d'anni or sono, Orenda Fink e Maria Taylor, dalla natia Athens, Georgia, che i più ricorderanno per aver dato i natali a B52's e R.E.M.

Nel catalogo Saddle Creek le due Azure Ray rappresentano la parte più eterea e malinconica, poesie fatte sussurri, canzoni impalpabili e intrecci vocali lievi come ali di farfalla. Primo vero album dopo uno splendido e.p. ("November"), "Hold On Love" racchiude nel breve arco di 12 spartiti un mondo triste e malinconico, struggente fra i suoi singhiozzi e le sue lacrime, che sembra bagnino gli occhi dal primo palpito all'ultimo respiro di un lavoro - che siamo pronti a giurarci - resterà.
Ninnananne di ispirazione classica (l'iniziale "The Devil's Feet", la dolce "We Are Mice"), richiami Portished ("New Resolution", dove l'elettronica fa capolino dolcemente), rimembranze Devics ("Across The Oceans", la conclusiva "Hold On Love"), aneliti Elysian Fields (il singolo "The Drinks We Drank Last Night") e in alcuni punti si fa avanti persino lo spettro - sublime - di Paula Frazer, nella migliore del lotto, "Look At Me".

Perdonatemi questa mia piccola digressione personale. Ho conosciuto le due ragazze recentemente ad un concerto a Roma, e - come si dice tra noi romantici a modo - ho perduto il cuore per Maria, bellissima, dolcissima e bravissima. Insomma: il mio cuore punk e sguaiato perduto irrimediabilmente per una cantastorie del West. Di lei mi rimane solo una foto - sfuocata, dannazione - di me che la abbraccio e di lei che sgrana gli occhi per tanta esuberanza all'apparenza inspiegabile. Oh, ma io me lo spiegavo, eccome. Ecco, lei è andata via, e così pure il mio amore improvviso, ma la sua voce continua a raccontarmi cose meravigliose, come se fosse ancora la prima volta.

Il massimo dei punti è proprio mio, a voi il compito di condividerlo o di affossarlo.

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