Stanchi del solito Power Metal? Cercate qualcosa di diverso ma non volete rinunciare alle coordinate principali del genere? Niente paura, qui c'è il vostro Defender85 che vi darà un consiglio d'oro: cosa meglio degli statunitensi Iced Earth? Tra gli album che non sono stati ancora de-recensiti, ho deciso di parlare del bellissimo "The Dark Saga", del 1996. Il gruppo immagino lo conosciate tutti, e anche il genere che propongono: un Power Metal molto originale, con ampie influenze per quanto riguarda la sezione ritmica del Thrash dei Metallica.

John Schaffer e compagnia ci offrono un disco di Metallo duro, feroce ed incandescente, un concept album ispirato alla saga dei fumetti "Spawn": in effetti le canzoni narrano la storia di un uomo che ha venduto la propria anima al Diavolo per salvare coloro che amava, ma risorto e arruolato nelle armate infernali scopre che la sua ragazza ora sta insieme al suo migliore amico: tutto il disco si dipana su questo filo logico, raccontando parte questa storia, ma soprattutto descrivendo le angosce interiori del protagonista, servo di Satana e costretto ad obbidire ai suoi ordini, ma al contempo ancora in possesso di un barlume di bene nella sua anima, barlume che gli fa sperare nell'aiuto di Dio e temere l'ira di quest'ultimo.

Apre le danze la title track "Dark Saga", che mette subito in chiaro le cose e definisce da subito il sound di tutto l'album, orientato verso sonorità più oscure, più dark, appunto, ma senza perdere di vista lo stile inconfondibile che caratterizza il gruppo. Segue quindi la semi-ballad "Died For You", che esprime il tormento interiore del protagonista, che scopre la relazione tra la fidanzata e il suo migliore amico, ma egli è costretto ad obbedire agli ordini del Demonio, scatenando su di essi la sua potenza, che viene degnamente resa dal violentissimo Thrash di "Violate". E' qui che il nostro eroe inizia a temere l'ira dei Cieli, descritta nella successiva "The Hunter", con un Matthew Barlow espressivo al massimo e che si conferma come al solito grande vocalist. Le seguenti "The Last Laugh", "Depths Of Hell" e "Vengeance Is Mine", che trattano la ribellione del protagonista al suo padrone infernale, sono degli ottimi pezzi Heavy, duri, incisivi, con una sezione ritmica indistruttibile (Dave Abell al basso e Brent Smedley alla batteria) e assoli non colmi di inutili virtuosismi fine a sè stessi bensì brevi e incisivi. Ma uno dei migliori pezzi del lotto è senz'altro la successiva "Scarred", del terzetto conclusivo denominato "The Suffering": è un brano oscuro e carico di un'atmosfera tenebrosa e sulfurea, tanto da rasentare lidi più Doom nella parte iniziale, con un Barlow al massimo della sofferenza ed una chitarra malinconica a cesellare mirabilmente la canzone, che nella parte conclusiva decolla e si lancia in un assolo trascinante al massimo. "Slave To The Dark" prosegue nella parte iniziale il tema malinconico della precedente, salvo poi lanciarsi a capofitto in una cavalcata decisa e possente (lo stile qui ricorda molto quello degli Iron Maiden). Quando le speranze del protagonista sembrano essere perdute, arriva un barlume di speranza di salvezza con la conclusiva "A Question Of Heaven", più lenta, a tratti acustica, a tratti potentemente spazzata dalle chitarre di Schaffer e Shawer e dalla voce rude di Barlow, e inframmezzata da cori angelici femminili.

In conclusione un gran disco, consigliato a tutti gli amanti di un Metal potente e strutturato, ancorchè melodico; insomma, una delle espressioni più riuscite dell'Heavy Metal di questi anni.

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