La musica sta cercando nuove strade distributive, nuove idee per una maggior esposizione. Internet è diventato il tramite ideale, a discapito delle major che ogni anno presentano conti in negativo. Un "Do it yourself" multimediale che non sempre riesce nel suo intento. Apprezzabile la scelta di alcuni gruppi di incidere il proprio album e caricarlo poi su sito o su my space, con la scelta dell'acquisto (per gli affezionati ai vecchi formati) o del free downloading.

Ovviamente i risultati qualitativi possono essere altalenanti, cosa che non succede con "The Killer EP", il nuovo EP dei Il Torquemada (sì,con l'articolo davanti). A distanza di un anno dall'esordio "Tales from the bottle", ritroviamo il trio in ottimo stato di forma.

Alfonso Surace, Luciano Finazzi e Davide Perucchini ci regalano una lunga discesa verso abissi noise, stoner, punk. E la via di uscita dove è? Semplicemente, non c'è. E' un vortice di dissonanze, di rumori e di ottime idee.

"Disaster" apre le danze: ritmica sincopata, cantato roco e incisivo, uno sballottamento tra i Jesus Lizard, gli Shellac di "At action park" e i primissimi One Dimensional Man. "The killer" è il classico pezzo che sogneresti di sentire su qualche rock Radio (se ancora ne esistono): voce urlata, un riff che sembra quello di "Let there be rock" suonato dai Rapemen, sezione ritmica perfettamente cadenzata, un coro finale che cerca di trovarsi uno spazio tra il contrasto melodico-dissonante.

"No!" è un blues sgangherato, sbilenco, anfetaminico, sorretto dal pubblico che applaude direttamente dal regno di Satana, girone Mississippi se non sbaglio. Il bridge centrale sembra estrapolato dall'animale senile melvinsiano.

"People" e "Il Torquemada" non avrebbero sfigurato sul disco d'esordio, basate sul contrasto dissonanza/riff tanto caro al gruppo. La prima fa scuotere la testa come i RATM dei bei tempi passati, la seconda ricca di quei stop & go tanto cari al gruppo.

Non fatevi ingannare dai riferimenti vari, la loro proposta è veramente interessante e i tratti stilistici personali sono riconoscibilissimi, non facendoli così cadere nella retorica italiana della scopiazzatura fine a sé stessa.

Nota a parte merita la produzione, in cui nitidezza di suoni e chiarezza sonora tendono a creare un muro di suono che mi riporta ad alcune percezione uditive ricreate da Favero all'interno di "Nell'impero delle tenebre".

Per informazioni sull'EP: www.myspace.com/iltorquemada

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