Il secondo album de Il Genio è uscito nel 2010, si intitola "Vivere negli anni X" e si apre con una gioiosa marcetta che snocciola in pochi minuti il manifesto programmatico del duo: suoni complici, simboli, voci, scandali, frasi futili il tutto presentatoci da una coppia di Bonnie & Clyde in stretta confidenza, sottile lascivia. Praticamente Gianluca De Rubertis & Alessandra Contini si presentano come una variante aujourd'hui di Serge Gainsbourg & Brigitte Bardot: musicalmente c'è la stessa atmosfera post-sesso, ma i testi rifiutano l'esplicitazione (presente invece nel loro primo album omonimo) per presentarsi come intricati reticoli di gusto fra il surreale ed il dada con frequenti giochi di parole, continui enjambement, variazioni di accenti, virgole indefinite e mille altre trovate per dare un doppio o triplo senso alle parole cantate. Insomma, appunto, suoni complici.

Dopo il gigantesco successo di "Pop porno" nel 2008, il duo pugliese vira leggermente il timone e si allontana da Simona Ventura per approdare ad un pop decisamente raffinato, troppo raffinato, così raffinato da essere andato incontro ad un sonoro flop commerciale. Grandissimo peccato, perché "Vivere negli anni X" è più bello de "Il Genio": se nel primo album il duo non faceva che ripetere gli stilemi del pop francese anni '60 e del periodo Shibuya kei di Kahimi Karie (soprattutto l'EP I am a kitten), nel loro secondo album si riesce a superare il mero livello dell'imitazione per raggiungerne uno decisamente più personale ed apprezzabile. "Il Genio" era davvero un piacere da ascoltare, ma ad un orecchio già avvezzo a quei suoni il disco risultava come un esercizio di stile, una sorta di copia dal vero, il tentativo di portare ad un vasto pubblico l'easy listening, di riuscire lì dove non sono riusciti i Montefiori Cocktail; siccome l'orecchio dell'italiano medio non sa nulla di questa roba, l'ha erroneamente incamerati come una totale novità. Ecco che con "Vivere negli anni X" si assiste ad una certa maturazione: mantenuto inalterato l'aspetto di enorme piacevolezza sonora, qui si avverte un vago e continuo senso di raffinato bistrot a bere vino e contemporaneamente di sordido postribolo dopo aver consumato, gli arrangiamenti sono più complessi e stratificati, il repartee fra Gianluca ed Alessandra è a livelli molto alti (eccellente Cosa dubiti) e, nonostante spesso ci si imbarchi in momenti quantomeno sibillini (da Cosa pensi: «mani al vento di chimera / chiami a tutta voce, ma senz'aria / provi che la notte è solo boria / tempo al tempo e madido di vento»), l'amalgama parole/musica in generale funziona sempre molto bene, o comunque abbastanza bene per cui l'ascoltatore non si pone domande nemmeno di fronte ai testi più folli: this is easy listening. Diverse canzoni sono condite con una breve parte strumentale post ritornello, rockeggiante ed antitetica col resto del brano dove svolazzando violini e fiati molto ben arrangiati e, in generale, tutta la produzione è molto curata.

Ma se quindi "Vivere negli anni X" è davvero un album ben fatto, allora perché ha avuto un successo infinitamente minore rispetto al suo predecessore? Perché Pop porno (probabilmente la loro peggior canzone) è stata un tormentone mentre invece Amore chiama Terra (una delle loro migliori) non è manco diventata singolo? Qui si apre un discorso troppo vasto, remoto ed intricato che coinvolge gli oscuri meccanismi delle radio e della discografia italiana, impegnate a promuovere roba già venuta alla luce tramite altri media (soprattutto la televisione) trascurando artisti più validi e che, proprio perché privi di una visibilità su più fronti, hanno più bisogno di essere sostenuti. Il Genio sono un gruppo puramente indie che ha avuto un quarto d'ora di enorme celebrità: ora che ne sono fuori la loro qualità non è scesa, ma addirittura salita. Speriamo che l'industria musicale se ne accorga... o forse è meglio di no, effettivamente.

Elenco tracce samples e video

01   Le bugie di François (03:58)

02   Non è possibile (03:05)

03   Pop porno (03:15)

04   Applique (03:59)

05   Tutto è come sei tu (03:37)

06   A questo punto (03:39)

07   Gli eroi del kung-fu (02:13)

08   L'orrore (04:03)

09   Fortuna è sera (03:32)

10   Povera stella (03:47)

11   La pathétique (03:04)

12   Una giapponese a Roma (03:33)

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Altre recensioni

Di  Naif_90

 12 tracce, 12 gemme che brillano di luce propria.

 Pop Porno, destinata a diventare una sublime hit dell'air-play italiano.