Prima di intraprendere la carriera di stimato coreografo Karl Biscuit si cimentò nel synth-pop con un gusto del tutto personale. Nel 1984 uscì l' EP "Regrets Eternels", seguito da un altro EP, "Fatal Reverie", dell' 86 e dal singolo "Secret Love" di un anno successivo. Ed è proprio con questo titolo che la belga Crammed, etichetta benemerita, ha dato alle stampe nel 2003 una raccolta con tutto il suo materiale. Si tratta di un synth-pop molto interessante, iper-arrangiato con un gusto macabro e funereo.

A testimonianza di ciò, il brano d' apertura si intitola "La morte". Il testo è un intruglio di franco-italiano vomitato da Biscuit con voce lugubre e profonda. La musica è invece un trascinante ballabile per dance-floor alternativi, una danza indemoniata avvolta da spirali sintetiche. Il risultato finale è molto suggestivo, sicuramante originale. Il pezzo ebbe un discreto successo nelle discoteche più " off " dell' epoca, e rimane uno dei capolavori di " culto " del ballabile anni 80.
"Fatal Riverie", è un' altra piccola gemma, un tango elettronico che vede ancora la voce languida di Biscuit protagonista, tra suggestioni sintetiche che ricordano alla lontana i momenti più cupi dei Depeche Mode. "Fallen Angel" ha invece un andamento incostante, con una melodia indefinibile, che sembra voler prendere tutte le direzioni per poi non sceglierne nessuna. Non mancano nemmeno ballate anemiche, al limite dello sfinimento nervoso, come "Los mèmes histories", una nebulosa sintetica dal ritmo ipnotico, un lamento angosciante pennellato da fisarmoniche sintetiche e da minacciosi rintocchi di fondo. Della stessa pasta è fatta "No Friends", se possibile ancor più funerea. Rintocchi di piano, elettronica spaventevole, un violino malinconico e un sassofono notturno ricamano intrecci delicati per le allucinazioni di Biscuit.

Come avrete capito il disco è totalmente permeato da atmosfere dark e da un humor-nero sarcastico e perverso. L' unico episodio che lascia intravedere uno spiraglio di luce è il funky-glam di "Secret Love", per il resto è buio pesto. Per gli amanti del genere un lavoro imperdibile, che talvolta pecca di ingenuità nel voler cercare a tutti i costi l 'effetto horror, ma che comunque si distingue per originalità, con un gusto difficilmente riscontrabile in tanti dischi di gran lunga più conosciuti. Come direbbero gli americani: "underrated and very cool!".

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