A un anno di distanza dal live "Are(A)zione", nel 1976 gli Area compongono il loro ultimo capolavoro. Infatti questo disco sarà l'ultimo composto dalla formazione più rappresentativa (Stratos, Fariselli, Tofani, Tavolazzi e Capiozzo) a causa dell'uscita dal gruppo del chitarrista Paolo Tofani.

Quest'album è l'unico concept degli Area, definito dagli stessi un "progetto-concetto di fanta-sociopolitica". Nei testi (composti per la seconda volta da Frankenstein, in arte Gianni Sassi) si ipotizza una società del futuro divisa in corporazioni. La coscienza del mondo è un plasma liquido, custodito nel computer di una banca. A causa di un guasto, il liquido si sparge, con la conseguente perdita di coscienza da parte dell'umanità ("Evaporazione" e "Il massacro di Brandeburgo"). Si teorizzano così 3 diverse ipotesi evolutive:
1) Potere agli anziani, perchè possiedono la memoria del passato ("Gerontocrazia")
2) Potere alle donne, perchè forniscono energia e nuove idee ("Scum")
3) Potere ai bambini, perchè capaci di garantire libertà e di reinventare la storia con la fantasia ("Giro,giro,tondo" e "Caos").

Dal punto di vista musicale quest'album fonde la sperimentazione di "Caution Radiation Area" e il sound più diretto di "Crac!" con sonorità di tipo mediorientale e balcanico.

La prima traccia è "Evaporazione", un mini-brano in cui Stratos dice "Abbiamo perso la memoria del XV° secolo" giocando con la sua straordimaria voce. Segue lo strumentale "Diforisma Urbano", in cui le tastiere "funky" e un basso in grande spolvero creano il sottofondo ideale per un grandissimo assolo di chitarra; verso metà brano arrivano anche i vocalizzi di Stratos su una base di pianoforte per poi terminare con un altro grande assolo di chitarra. Emozioni a non finire, e siamo solo all'inizio. Segue "Gerontocrazia"; i primi 2 minuti sono occupati da Stratos che recita una ninna-nanna dell'Asia minore su un sottofondo di txalaparta, poi arrivano anche gli altri strumenti per creare una melodia orientaleggiante che sfocia in una mini jam in cui le tastiere si sbizzarriscono. Nel finale c'è pure il tempo per Stratos di far risentire la sua voce per poi terminare in bellezza. La quarta traccia è una delle più avanguardistiche del cd: "Scum". E' composta da un lunghissimo assolo di pianoforte (oltre 3 minuti sui 6 totali del brano) con tutti gli altri ad accompagnare e da una parte finale in cui Stratos cita una frase di Valerie Solanas ("A tutte le donne che non hanno paura né delle responsabilità né delle emozioni sconvolgenti non rimane che rovesciare il governo, eliminare il sistema monetario, istituire l'automazione completa e distruggere il sesso maschile"). Segue un frammento de "Il Massacro di Brandeburgo" di Bach e "Giro, giro, tondo" con uno scatenato Stratos e Fariselli. Chiudono l'album i 9 minuti di "Caos (parte seconda)" che, già dal nome dovrebbe far capire di cosa si tratta (ed eseguita live nel postumo "Event '76")

Quest'album rappresenta per me il canto del cigno della migliore band che l'Italia abbia mai avuto.

Carico i commenti... con calma