Trovo che questa canzone sia un mix meraviglioso di melodie, voce, chitarre e cupezza.

 Stavolta anche il Duca bianco ci ha messo del suo non dando a Well Shall Go To Town il giusto risalto.

La recensione è una richiesta di confronto sul brano Well Shall Go To Town, pubblicato solo nella ristampa di Hours del 2004. L'autore ne esalta la bellezza e critica la mancata valorizzazione da parte dell'industria musicale e dello stesso Bowie. Si accenna alla rottura tra Bowie e Reeves Gabrels e all'interesse della critica per questa traccia dimenticata. Ascolta Well Shall Go To Town e scopri anche tu questo gioiello poco conosciuto di Bowie.

 Trovo che questa canzone sia un mix meraviglioso di melodie, voce, chitarre e cupezza.

 Rolling Stones Italia l'ha inserita tra i 10 tesori nascosti di Bowie.

La recensione esprime entusiasmo per Well Shall Go To Town di David Bowie, canzone inserita solo nella ristampa di Hours. Viene approfondita l'esclusione dell'opera dall'album originale, la conseguente rottura tra Bowie e il chitarrista Reeves Gabrels e il riconoscimento del brano tra i tesori nascosti dell'artista. L'autore invita i fan a riscoprirla. Ascolta Well Shall Go To Town e lasciati sorprendere dal Bowie meno conosciuto!

 Alla fine la cosa migliore, a parte l’intro/outro già considerata, mi risulta ‘Blood of Emeralds’.

 L’artista è ancora condizionato dalle mode ottantiane e suona troppe note, troppo velocemente; non dico senz’anima (impossibile per lui), ma insomma senza quell’abbandono assoluto che poi dimostrerà ampiamente.

La recensione analizza After the War di Gary Moore, album di transizione segnato dall'influenza delle mode anni '80 e da scelte sonore discutibili. Brani come Dunluce e The Messiah Will Come Again emergono per qualità ed emozione, ma la presenza di tracce hard rock anonime ne limita il valore complessivo. Alcuni episodi celtici e atmosfere blues prefigurano la successiva evoluzione dell'artista. Scopri se After the War fa per te: entra nel mondo sfaccettato di Gary Moore!

 Non riesco a non mettere questo SELF PORTRAIT del 1970 tra le cose più brutte che il caro Bobby abbia mai inciso.

 Alla fine per questo assai bistrattato SELF PORTRAIT ho accettato l’idea che abbia volutamente fatto un brutto disco allo scopo di demolire il suo stesso mito.

L'autore riflette sulla delusione iniziale suscitata da Self Portrait di Dylan, ritenendolo uno dei lavori meno riusciti del cantautore. Col tempo, adotta uno sguardo più indulgente, ipotizzando che l'album sia stato volutamente realizzato per smitizzare il personaggio Dylan. La recensione analizza punti deboli (tracklist confusa, alcune cover poco convincenti) e rari pregi, ammettendo che l'opera divide ancora oggi pubblico e fan. Scopri se anche tu condividi il giudizio su questo controverso album di Dylan!

 L’avventurismo sonoro degli Yardbirds li mantenne un passo avanti rispetto ai gruppi coevi.

 Per il vero sound della Swinging London del '66 non c’è niente di meglio che ascoltare The Engineer!

La recensione esplora Roger the Engineer degli Yardbirds, album chiave del 1966. L'autore ne evidenzia l'avanguardia e la fusione tra blues, psichedelia e acid rock, sottolineando l'apporto di Jeff Beck. L'album viene raccontato traccia dopo traccia e riconosciuto come simbolo effimero ma importante della Swinging London. Nonostante la breve parabola della band, si celebra il suo ruolo pionieristico nella musica rock. Scopri o riscopri un pilastro nascosto del rock: ascolta subito Roger the Engineer!

 Una voce che più HC non potrebbe essere e una sezione strumentale che va a mille all'ora.

 Valore storico più che musicale? Forse; la parte musicale si difende bene, ma mi piace vedere i dischi come questo come se fossero tutti insieme solido cemento che creva qualcosa di grande.

La recensione esamina ‘Morire di tolleranza’ dei Tear Me Down, album punk-hardcore denso di rabbia e schiettezza, centrato più sul messaggio e l’energia che sulla perizia tecnica. Pur riconoscendo limiti musicali, l’opera viene valorizzata come manifesto generazionale, capace di coinvolgere e rispecchiare chi ha vissuto la scena punk degli anni ‘90. L’album trasmette atmosfere genuine e storiche, restando un riferimento identitario. Rivivi la rabbia e l’energia della scena punk: ascolta ora ‘Morire di tolleranza’!

 Il film è molto debole, ha una trama esile e l'apice solo nel tasso alcolico molto, ma molto alto.

 Ma queste piccole perle annegano (anche nel vero senso della parola) tra i fumi dell’alcol e una parte centrale del film che gira un po’ a vuoto.

Il film 'Le città di pianura' di Francesco Sossai si rivela deludente: la trama è debole, i personaggi poco credibili e l'ambientazione veneta ridotta a stereotipi. Nonostante alcuni spunti curiosi e un discreto Filippo Scotti, il tutto affoga nei cliché e nell’alcol, lasciando poco impatto e entusiasmo nello spettatore. Scopri se anche tu condividi le impressioni di questa recensione prima di guardare il film!

 Non è possibile fare la recensione di un film che non è un film, non è un documentario e forse non è neppure cinema, ma un atto di dolore.

 Paradossalmente questa negazione dell'essenza del cinema si dimostra l'arma più potente per farci capire la mostruosità di quello che è accaduto.

La recensione esprime l’impossibilità di valutare 'La voce di Hind Rajab' con gli strumenti classici della critica cinematografica. Il film si trasforma in potente atto di dolore e denuncia, dove l’assenza delle immagini amplifica l’orrore vissuto dalla protagonista. L'opera è esaltata per il suo altissimo valore morale e civile, che va oltre le convenzioni del cinema tradizionale. Scopri come il cinema può diventare denuncia e riflessione sull’orrore.

 Laura non emoziona molto, indubbiamente. A causa delle premesse, degli scopi, dell’impostazione del suo lavoro, del suo mestiere.

 E’ il pop fine a se stesso, cioè diretto all’estasi delle masse non smaliziate; confezionato da professionisti, levigato ad arte su quello che 'la gente vuole'.

La recensione analizza 'Resta in ascolto' di Laura Pausini sottolineando la professionalità ma anche la poca emozione trasmessa dall'opera. Vengono evidenziate la cura nella produzione e la capacità di adattarsi al mercato internazionale, pur rilevando una certa mancanza di originalità artistica. Il disco risulta impeccabile tecnicamente, ma poco coinvolgente. I brani come 'Vivimi' spiccano su altri pezzi che tendono a risultare ripetitivi e prevedibili. Una valutazione tutto sommato obiettiva, rivolta a chi cerca qualità ma non innovazione. Scopri se anche tu ti lascerai coinvolgere dal pop internazionale di Laura Pausini!

 Traslocando, della Bertè. Per me è il suo maggior successo. Esagero, tra i 20 migliori album italiani di sempre.

 Lei è un’ottima interprete, i pezzi sono firmati dal miglior Fossati, cosa vuoi di più?

La recensione, ricca di ricordi e riferimenti storici, celebra 'Traslocando' come il miglior lavoro di Loredana Bertè e uno dei venti album italiani più grandi di sempre. Il disco si distingue per l'interpretazione intensa della Bertè e per la qualità autorale di Ivano Fossati. Nonostante una traccia meno riuscita, l'album resta un punto di riferimento nella musica italiana. L'autore invita caldamente all'ascolto della raccolta. Scopri perché Traslocando è tra i capolavori della musica italiana: ascoltalo subito!

 Raymond riesce a creare, un'atmosfera che di lieve e spensierato ha ben poco e risulta invece spesso cupa, incombente, quasi gotica.

 Nessun canto, nessuna percussione, solo un fiume di chitarra in piena che sfocia nel melmoso delta del Mississippi.

La recensione esalta il virtuosismo di Gwenifer Raymond alla chitarra e la capacità di evocare atmosfere cupe e intense con sonorità profondamente americane, pur provenendo dal Galles. Il disco si muove tra suggestioni gotiche e paesaggi sonori ancestrali, richiedendo attenzione e trasportando l’ascoltatore in scenari notturni e inquieti. Particolarmente apprezzato il finale, che offre una nota di rassicurante malinconia. Scopri le profondità della chitarra di Gwenifer Raymond e lasciati trasportare dal suo viaggio musicale unico.

 "Il tutto è più della somma delle parti da cui è composto"

 Annullare la negazione esalta, secondo l'autore, la crescita della coscienza di sé

La recensione esplora 'Io, la fame, l'aggressività' di Perls, psicoanalista noto per idee rivoluzionarie nella psicoanalisi. L'autore analizza Freud e Jung, proponendo una prospettiva olistica e introducendo tecniche per la gestione della conoscenza e dei processi mentali. L'opera offre spunti teorici e pratici per la crescita della consapevolezza personale. Scopri come Perls rivoluziona la psicoterapia e approfondisci la tua conoscenza interiore!

 Esso è infatti una dichiarazione di forza e resistenza che ricorda a tutti gli skinhead del nuovo millennio da dove vengono e chi c'è nel loro Olimpo.

 Opera, dal merito più storico che artistico, si rivela un buon modo di passare dieci minuti di sano punk cantato in italiano come ci piace.

La recensione analizza uno split album tra due pilastri del punk Oi! italiano, i Nabat di Bologna e i Colonna Infame di Roma. Pur non essendo il miglior disco del genere, il lavoro si distingue per la sua importanza storica e il sound energico, celebrando le radici e la resistenza della scena skinhead. L'autore apprezza la coerenza stilistica delle band e riconosce il valore simbolico della copertina. Ascolta lo split e rivivi la carica del punk Oi! italiano!

 ‘Volume Two’ dei The Grease Arrestor si presenta come un'opera di trasmutazione sonora, un viaggio iniziatico che riecheggia i principi dell’alchimia spirituale.

 Ogni traccia una soglia, un passaggio tra il visibile e l’invisibile, dove la vibrazione diventa memoria e la melodia diventa spirito.

La recensione esalta 'Volume Two' dei The Grease Arrestor, album che fonde sonorità vintage anni '60 con elementi moderni shoegaze e neo-psichedelici. L'autore sottolinea la coerenza artistica del gruppo australiano, usando immagini di alchimia e trasformazione spirituale. L’opera è vista come un viaggio iniziatico dove ogni brano diventa ponte tra memoria e spirito. L’album si distingue nel panorama psichedelico per la sua etericità e raffinata ricercatezza. Scopri come i The Grease Arrestor trasformano il rock psichedelico in esperienza mistica: ascolta Volume Two!

 Traslocando è il primo disco in collaborazione con Fossati, prima di Borg, della coca, della sorella e Fossati negli anni 80 era tanta roba.

 Stella di carta, la mia preferita, una storia commovente ed un’interpretazione passionale.

La recensione analizza la carriera di Loredana Bertè, col focus su 'Traslocando': un disco maturo, ricco di influenze pop, funky e reggae. Viene lodato il connubio con Ivano Fossati, la capacità di Bertè di rinnovarsi e scandalizzare e l’intensità di alcune tracce come 'Stella di carta'. Il disco è presentato come un punto di approdo importante dell'artista, carico di energia e autenticità. Scopri perché 'Traslocando' è un album imperdibile nella storia della musica italiana!

 Riesce ad essere tanto profondo quanto stupido.

 La TV diventa simbolo di occidentalizzazione, di materialismo.

La recensione di "Buon Giorno" di Ozu racconta una commedia capace di unire leggerezza e profondità, focalizzandosi sul mutismo dei bambini come protesta e sulle dinamiche del vicinato. Il film riflette su comunicazione, materialismo e distacco generazionale, riuscendo a risultare ancora attuale. L’autore apprezza il tono delicato e le gag, pur sottolineando la lentezza narrativa tipica dell’epoca. Scopri come un sorriso può rivelare il cuore della società giapponese - guarda Buon Giorno di Ozu.

 Un album che è la colonna sonora di una tarda uscita estiva, coi fiori che spandono il loro profumo.

 Rochelle fonde la dance con l'R&B, senza aver paura però di osare e sperimentare, risultando fresca e ispirata.

La recensione elogia Through the Wall di Rochelle Jordan come un album ideale per serate rilassate o uscite estive. L’artista dimostra coraggio e freschezza nel mescolare dance, R&B e house, creando un sound intimo e sensuale. Alcune pecche nella lunghezza e nella ripetitività nella seconda metà, ma l’atmosfera coinvolgente domina. Un disco consigliato a chi cerca musica contemporanea di qualità. Se cerchi il mix perfetto tra dance, sensualità e sperimentazione, ascolta subito Through the Wall!

 "Così com’è, il concerto è davvero molto bello, certamente migliore della versione Archive."

 "Pier, non sapevi come catalogarlo altrimenti perché non c’è un genere per The Lamb: è un buco nero nella discografia dei Genesis e nella storia della musica di quel periodo."

La recensione analizza la storica performance dei Genesis allo Shrine Auditorium nel 1975, elogiando la recente riedizione integrale e priva di pesanti overdub. L'autore sottolinea il fascino della voce di Gabriel in presa diretta e il valore filologico della nuova versione rispetto all'edizione Archive. Il concerto viene celebrato come un'esperienza sonora unica, capace di superare i confini del rock progressivo classico. Scopri la versione definitiva del leggendario live dei Genesis e lasciati trasportare dalla sua energia irripetibile!

 Oh, London arriva come una brezza al tramonto.

 Sa cogliere quella maestosità, quella tranquillità di certi parchi (Battersea su tutti) che anche in una giornata uggiosa brillano sempre.

La recensione di 'Oh London!' di Leon Seti esalta le atmosfere malinconiche e solari di un EP che racconta l'intenso rapporto tra l'artista e la città di Londra. Con influenze soul e trip hop, i brani portano l'ascoltatore in un viaggio intimo tra parchi cittadini e riflessioni personali. Il disco si apre lentamente e si chiude in modo corale, segnando un percorso ciclico di scoperta e accettazione. Scopri l'universo sonoro di Leon Seti e lasciati trasportare da Londra.

 Ostentano da tempo una faccia porcellanata dove i connotati sono in fuga l’uno dall’altro.

 Il suo contralto spesso e suadente, sorprendente per quel corpicino di un metro e mezzo, sta a risuonare per teatri e locali vari mostrando la solita personalità, ma a dirla tutta non molta intonazione.

La recensione offre uno sguardo ironico e nostalgico sull'album live 'Bye Bye Patty' di Patty Pravo. L'autore riflette sulle trasformazioni estetiche dell'artista e delle sue colleghe, analizzando il celebre brano '...E dimmi che non vuoi morire' e i principali successi riproposti dal vivo. Pur lodando la personalità e il repertorio della cantante, vengono sottolineati alcuni limiti vocali. Un ascolto consigliato soprattutto ai nostalgici. Scopri le luci e le ombre di Patty Pravo in questo viaggio tra intramontabili successi dal vivo.