Second Coming è considerato da molti critici un album scarso forse perchè messo a paragone col famoso e fortunato album omonimo d'esordio Il secondo album degli Stone Roses è invece un buon album che si lascia apprezzare lentamente e non al primo ascolto. Il "secondo ad arrivare".

La travagliata storia è risaputa e i fan più accaniti degli stone roses la conosceranno sicuramente . Dopo il primo album, gli Stone Roses ebbero dei problemi legali, e travolti dal successo smisero praticamente di suonare, nascondendo in cantina quest'album per un paio d'anni. Dunque , ritornarono in scena con uno stile musicale "leggermente" piegato verso il rock anni 70 , abbandonando in parte il sound tipico degli esordi.

L'album. Un urlo soffocato di chitarra , rumori e gli Stone Roses partono con "Breaking into Heaven", con un introduzione piena di suoni indescrivibili , percussioni , distorsioni lontane di chitarra per quattro minuti e mezzo di introduzione che può catalogarsi in un genere come la trance (o volendo l'ambient ) e dopo parte la vera canzone. Virtuosismi di chitarra da parte del più grande John Squire in questo album che riprende la lezione del vecchio Page (Led Zeppelin) e dall'oramai morto e stra-morto Hendrix . Ian "monkeyman" Brown, inutile dirlo, qui il suo canto è sempre più sussurrato utilizzando la solita modulazione scarsa. In compenso la chitarra di Squire e la batteria di Reni fanno da padroni in Second Coming. In "Driving South", "Good Times", "Tears" e "Love Spreads" vi sono ottimi riff di chitarra e sono un esempio di quanto negli anni precedenti Squire abbia ascoltato a palla i Led Zeppelin . "Good Times" è infatti uno di quei blues "sporchi e cattivi" che possiamo trovare nei primi due album dei Led , un intro di un minuto che sembra lenta e sofferta poi questa esplode in un irresistibile riff che vi rimarrà in testa non poco. In "Tears" ancora puzza di Led Zeppelin, precisamente di "Stairway to Heaven" (canzone che al sottoscritto non è mai piaciuta tanto) . Il batterista Reni invece ha avuto modo di "divertirsi" in "Daybreak" . Un pezzo definitivamente funkeggiante e indiavolato nel ritmo. Una batteria irraggiungibile e un hammond che si accoda man mano che la canzone va avanti. Squire che si perde nelle note da vita ad una specie di jam session molto ben costruita. C'è anche un pò di Psichedelia (può mai guastare un pizzico di psichedelia in ogni canzone, mi domando io?) in "Ten Storey Love Song" che poi si legerà benevolmente alla sopra-citata "Daybreak". Purtroppo non tutte le canzoni dell'album sono capolavori e si nota un pò di disimpegno in pezzi come "Your Star Will Shine" e "Tightrope" che troppo distratte e ripetitive vanno avanti per scommessa. Piccola chicca dell'album: la "Track 90" ovvero "The Foz" (poi ve ne accorgerete perchè "track 90"!) una specie di ghost track, rumorosa, sconnessa e sregolata di sei minuti e mezzo. Un misto di Country e di Avanguardia, anche se in realtà penso sia una stupidaggine improvvisata registrata così risultando abbastanza demenziale. Alla fin fine non è malvagia, ridere fa bene e consiglio a tutti di ascoltare gli ultimi 5 secondi della traccia. Poi mi farete sapere.

Dopo quest'album gli Stone Roses si smantellarono completamente. Ian Brown proseguì verso la carriera solista che tutt'ora va avanti umilmente, John Squire si crea una band tutta sua, che poi non avrà molto successo, gli Seahorses e "Mani" il bassista se ne andrà poi a suonare con i Primal Scream. Anche se dopo abbiamo avuto modo di ascoltare ancora materiale dei nostri con "Garage Flowers" e un solito e scontato "The very best of".

Anche se non avete amato il primo album, questo potete ascoltarlo senza problemi sempre se vi piace il genere e la recensione vi ha soddisfatto. Ora vi lascio ai vostri pensieri e alle vostre decisioni. Alla prossima.

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