Probabilmente uno dei dischi più sottovalutati degli ultimi 50 anni.

A quanto pare il disco non dev'essere andato giù neppure al suo autore, dato che dopo questo piccolo capolavoro ha aspettato 12 anni per incidere un altro album e, soprattutto, dato che ha abbondantemente rinnegato questa sua esperienza al limite del visionario. Billy Idol lo conoscono più o meno tutti: tamarrone biondo ossigenato, è stato tra i protagonisti della scena punk sul finire degli anni '70 con i Generation-X e poi ha spaccato nelle classifiche di tutto il mondo con ottimi album di rock (melodico?) per gran parte degli anni '80. Poi era sparito, causa un brutto incidente in moto, ed era tornato sulla cresta dell'onda con 'Charmed Life', in dischetto discreto e un po' paraculo.

Poi la svolta: probabilmente Billy legge "Neuromance", libro manifesto della Cyberculture di William Gibson edito negli USA nel 1984, e prende una sbandata per tutto ciò che è Cyber. Ad essere banali si potrebbe dire che Idol è arrivato una decina d'anni prima di tutti (il disco è uscito nel '93), tentando di far diventare pop(ular) un mondo ed una cultura che esisteva già da un bel pezzo, ma assolutamente a livello di subculture.

Il risultato è un disco bellissimo, in cui chitarre distorte, Macintosh (il primo disco "fatto" con Protools e con il Mac? non ne sono sicuro ma penso di si), atmosfere apocalittiche e visioni chill out. Il disco naturalmente all'epoca è stato un mezzo flop, e ancora adesso solo a sentirlo nominare la gente storce un po' il naso. Probabilmente si tratta di persone che non l'hanno mai ascoltato. Io credo che sia un disco da ascoltare assolutamente, per poter capire buona parte di tutto quello che è successo dopo. Chiaro, in quegli anni esplodeva il fenomeno del grunge, molto più rumoroso e fracassone, e con il senno di poi era logico che un disco del genere (fatto da uno come Billy Idol poi!) non incontrasse i favori del grande pubblico. È molto difficile citare le singole canzoni: il disco è un vero e proprio concept album e come tale va assolutamente ascoltato dall'inizio alla fine (e io sono uno che di norma odia i concept album), come un unico viaggio onirico e allucinato.

Segnalo comunque la splendida "Wasteland", "Adam in Chains" e la cattiva "Shock To The System", in cui il suono sporco e grezzo di quel fenomeno di Steve Stevens si fonde in maniera perfetta con la voce di Idol, novello Casey urlante a più non posso. Impossibile non citare le citazioni di Max Headroom (ve lo ricordate? il primo deejay virtuale che si sia mai visto sul pianeta). Una curiosità: il termine "cyberpunk" è stato inventato da Bruce Bethke, che aveva intitolato così un suo racconto pubblicato nel 1983 sul numero di novembre della rivista americana Amazing. Un bel po' di anni dopo l'autore statunitense, parlando della genesi di quel nome, ha risposto così:

"[...] Voglio dire, avevo un'idea di base [per il mio protagonista], era alla moda e sgargiante coi capelli ossigenati. Ma l'essenza del suo carattere stava nel fatto che era un'impostura! Rayno era un parassita che viveva delle capacità delle altre persone: una creatura che era solo stile, posa e immagine, senza alcun talento. Come detto avevo dei problemi a visualizzarlo? fino a che per caso non ho scorto delle registrazioni iniziali di MTV di Billy Idol. Saltai su indicando lo schermo: ?è lui!? Il che rende abbastanza divertente il fatto che negli anni '90 il vero Billy Idol ha adottato l'identità cyberpunk fino al punto di darne il nome ad un album. Se sapesse la verità? Pensate debba dirglielo?".

Visionario.

Carico i commenti... con calma