Lo stupro del perbenismo, il risveglio dei sogni erotici più morbosi, delle passioni più feticiste, della libidine più sanguinosa. L'età vittoriana nelle sue innumerevoli contraddizioni viene mescolata ad un senso tragico di reminiscenza romantica; rivivono in questo mondo surreale parodie di tragedie shakespeariane, appaiono nella mente suntuosi ed eleganti salotti, ampi cortei, cerimoniali di una noiosa routine aristocratica, sfilate di dame inglesi intenti a gustarsi una tazza di tè al quinto rintocco d'orologio del pomeriggio, di signore in gran sfoggio di rarissime pietre preziose e stoffe pregiate, sotto i quali si celano menti marce e corrose dalla falsità, che traspaiono dall'indecoroso segno di rossetto lasciato sul bel servizio di porcellana. Dietro ad una faccia d'angelo si nasconde sempre la peggior meretrice, dietro alla fantomatica innocenza di una bambola di porcellana la passionalità più ardente.

Per Emilie Autumn la voglia di stupire l'audience è smisurata, ed altrettanto illimitati sono la grazia ed il virtuosismo con i quali la stessa riesce a far parlare il proprio strumento, un egocentrico violino elettrico che senza alcun filo logico simula macabri amplessi e pianti deliranti. Occhi verdi, capelli scarlatti, sguardo malizioso, bizzarra come la regina di cuori del paese delle meraviglie con un violino elettrico perennemente a portata di mano, nel suo look a metà strada tra moda vittoriana, involuzioni fanciullesche ed isterie fetish da bordello sadomaso. È un'inarrestabile forza magnetica quella concentrata attorno a questa giovane ragazza americana, un'autonoma gothic lolita che, passo dopo passo, ha ottenuto un feedback di scala mondiale tra i consueti adepti di musica oscura, un successo di critica e pubblico basato sulla notoria e tuttora seviziata alleanza tra componente visuale e musicale cara alla scena gotica, che tuttavia mai prima d'ora aveva conosciuto una simile sincerità ed una così estrema ed invidiabile padronanza dei propri mezzi. Un talento che ha cominciato a mostrare la propria eleganza sin dalla tenera età di quattro anni, quando per la prima volta da bambina Emilie venne a contatto con il proprio strumento, crescendo poi nel settore della musica classica, unica vera passione fino all'adolescenza, età delle scoperte, della maturazione, della benedizione da parte dell'Arte stessa.

I primi a contattarla sono ottusi discografici che tentano di trasformare la sua esuberante creatività in un prodotto standardizzato, appetibile alla massa. Emilie sente la propria musica mutare sotto le mani di sconosciuti, vede il suo violino messo da parte, perché secondo i produttori a lei affidati la musica classica è troppo strana per l'abituale ascoltatore. Questo è troppo, ed il contratto con la major viene da lei stessa strappato sotto agli occhi esterrefatti dei discografici. Ma la dea bendata non le ha certo voltato le spalle; nel suo glorioso passato troviamo un intero album di composizioni barocche per violino ("One day..."), nonché un vero e proprio debutto con influenze classiche, pop, rock ed elettroniche ("Enchant"), pubblicati per la casa discografica da lei stessa fondata, la Traitor Records ed un tour come membro della band di Courtney Love, oltre che a numerosi side-project (Ravensong, Convent, Jane Brooks project), che hanno contribuito a spianarle la strada per il successo, sancito definitivamente nel 2006 con l'uscita dell'album "Opheliac". Nel 2007, a dimostrazione di un'ispirazione dura a morire, vedono la luce sia l'ep "Liar & Dead is the new alive" (contenente remix ad opera di nomi illustri della scena elettronica e tracce inedite) che l'allucinante nuovo album "Laced / Unlaced".

Come un ragno che tesse la propria tela per catturare umili insetti che diventeranno succoso pasto, l'incantevole gothic lolita ha creato uno stile musicale in grado di mietere vittime in grande quantità, una rete dalla quale l'ascoltatore difficilmente potrà fuggire, che si grazia di una propria autonomia temporale, rimescolando le carte in tavola nel panorama pop dagli anni ‘80 fino ad oggi, snodandosi tra romantiche divagazioni nella musica classica, spingendosi in territori di lugubre psicosi vocale e di cacofonici muri elettronici, sconfinando nell'industrial e nel gothic metal. Un particolarissimo, sensuale ed intrigante mélange da lei stessa definito "Victorianindustrial", capace di unire nello stesso liquido sonoro rivisitazioni dei più grandi compositori classici (tutte suonate da strumenti autentici quali pianoforte, clavicembalo, violoncello nonché dal compagno di vita violino) ad affascinanti reminiscenze pop, in una ricetta fatta di zucchero e sangue, corpetti e nastri di stoffa, baci dal velenoso candore e cagionevole solarità sbarazzina da ninfetta dark, su una tavolozza piuttosto variegata dove però dominano tre colori: rosso, nero e bianco, dove le parole d'ordine sono eleganza e destrutturazione, melodia e sfrontatezza. Emilie Autumn ha deciso di non voler essere una semplice comparsa nel panorama gotico, ma di marchiare a fuoco la propria storia nelle pagine dell'avanguardia musicale intellettualistica del nuovo millennio.

Ma se negli album precedenti c'era la sua voce ad accompagnare la danza macabra degli strumenti, l'ultima uscita si prospetta sotto forma di un monologo: quello del suo incantevole strumento. Un lungo copione diviso in due epici atti, interpretati dallo stesso spirito sottoforma di corpi diversi, come una specie di recita strampalata durante la quale fanno la propria comparsa prima il dottor Jekyll e poi il suo oscuro alter ego Mr. Hyde. Proprio in questo modo è strutturato "Laced / Unlaced": il primo disco è interamente suonato (per oltre un'ora) dal violino barocco (accompagnato dal violoncello, dal liuto e dal clavicembalo dell'ensemble dei Parlor Rats) e si snoda attraverso rivisitazioni di grandi compositori (Corelli, Ortiz, Bach, Leclair), brani scritti dalla stessa Emilie e misteriose registrazioni live mai pubblicate fin ora, mentre il secondo ci presenta la visione futura del sound dell'artista californiana, una combinazione di elementi classici (stavolta è il violino elettrico a far da padrone), gothic ed elettronici. È pur vero che la scena dark pullula di talenti, ma permettetemi di affermare (con sicurezza) che un genio come questo non si era ancora visto.

Chissà se Ofelia, mentre annegava nelle gelide acque del lago, avrebbe gradito essere accompagnata dalle sviolinate di questa signorina. Beh, sicuramente tutti coloro che, attratti dalla copertina (e dal preziosissimo formato digibook) che ritrae di spalle questo scellerato spiritello dal pallido e delicato volto femminile, si avvicineranno a "Laced / Unlaced", non potranno che uscire da questo incontro pervasi da emozioni intense, con un sorriso stampato sulle labbra e con la pulsione frenetica di premere nuovamente il tasto play, per lasciarsi avvolgere da questa straniante e travolgente dimensione d'irrealtà e parodia, per piegarsi nuovamente al volere di una creatura divina (o demoniaca?) che da quel momento in poi strapperà di mano a chiunque le chiavi dell'anima.

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