Ho sentito questo disco per la prima volta ieri sera e la prima cosa che mi è venuta in mente (dopo un liberatorio "Finalmente un po di rock figo" ripetuto più volte dentro di me) è stata DEVO ASSOLUTAMENTE RECENSIRLO!!!

Il primo motivo che mi ha spinto così ardentemente a buttare giù quattro righe sui Pixies è che fino a 24 ore fa io non sapevo niente di loro (e tutt'ora non ne so niente): quindi, quale miglior modo per essere imparziale?
Il secondo motivo, ben più importante, è che il sound di questa band proveniente dagli anni '80 è una miscela di rock, punk, sperimentazioni sonore, vocali, ritmiche praticamente perfetta, le cui parti si legano a meraviglia.
Ho finalmente capito a chi si ispirano per molte cose i Libertines; in questo disco ci sono canzoni (come "Something Against You") che Doherty e Barat sapranno a memoria.

Dunque, un minimo, quanto basta per non fare una figura del cavolo, mi sono simil-documentato: Surfer Rosa è il primo full-lenght album, che segue la loro prima pubblicazione in assoluto (l'E.P. "Come On Pilgrim" uscito nell'87) e alla produzione c'è Steve Albini(!).

Le strane quantomeno implicite "lyrics" sono accompagnate da taglientissimi riff e un rumore di chitarra elettrica stridente che Kurt Cobain credo ascoltasse prima di addormentarsi la notte.
Più ascolto questo album e più credo che il biondo leader dei Nirvana amasse particolarmente la band di Boston, in maniera quasi maniacale.
"Where Is My Mind" ha in sé, nel fraseggio tra basso e batteria, i germogli del grunge pronto ad esplodere qualche anno più in la e poi è la colonna sonora dell'ultima scena del mitico Fight Club di Fincher!
Non vengono disdegnati agganci più melodici e facili al primo ascolto come qualche duetto tra il cantante e la voce femminile, ma il rock sporco di fondo, con le sue sonorità prese in prestito a volte innegabilmente ai Sex Pistols, rimane e, a quanto pare, oggi è più in voga che mai (vedi nuova ondata di ragazzini dannati che si spartiscono la scena).

"Oh My Golly" ha un ritmo frenetico, è brevissima ed incendiaria, ma mi sembrava di averla già sentita: si, in effetti, però si chiamava "Never Done Nothing Like That Before" pubblicata l’anno scorso dai Supergrass (è troppo simile!).
Non mancano improvvisazioni evidentissime alla chitarra elettrica ("Vamos"), che comunque, nel contesto aumentano ancor più la carica artistica dell'opera, rendendola da una parte un po' meno solida e precisa ma anche dannatamente coinvolgente.

Troppo bello!

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