"...di terra" è un album del Banco del Mutuo Soccorso pubblicato nel 1977. Si tratta di un disco completamente strumentale, perfetta unione di Progressive e Musica Classica, caratterizzato da atmosfere cupe e solenni e ricco di varie influenze musicali. E' un album molto complesso, ma di ascolto non troppo difficile, e il Banco, per suonarlo al meglio, ha deciso di servirsi dell'orchestra sinfonica dell'Unione Musicisti di Roma, diretta dal mitico tastierista del gruppo Vittorio Nocenzi. Di Giacomo, pur non deliziandoci con la sua voce, ha scritto una poesia, della quale i versi costituiscono i titoli dei pezzi. La poesia è la seguente:    

Nel cielo e nelle altre cose mute
Terramadre,
non senza dolore
io vivo.
Nè più di un albero non meno di una stella
nei suoni e nei silenzi
di terra
.

Nel disco si notano pezzi di vera e propria musica classica ("Nel cielo e nelle altre cose mute", traccia ben suonata con vari archi classicheggianti, e "Nei suoni e nei silenzi"), che però non sono rifacimenti, ma scaturiscono proprio dal Banco; pezzi in cui il progressive si fa sentire di più ("Nè più di un albero non meno di una stella", che comincia con un piano un po' barocco, prosegue con dei bei fiati e culmina in un ritmo solenne ed epico, per un totale di 8 appassionanti minuti); brani in cui i due generi si fondono alla perfezione (la lunga "Io vivo", che inizia classica e finisce con delle tastiere che creano atmosfere più progressive). Inoltre in molti brani è presente il jazz, che trova il suo apice nella splendida "Terramadre". Il pezzo in questione è un meraviglioso mix di cupe tastiere vorticose e di un sax, suonato alla perfezione dall'ospite Alan King, altrettanto oscuro e misterioso, che prosegue anche dopo che le tastiere si calmano,  lasciando la "quiete dopo la tempesta". Un altro brano degno di nota è "Non senza dolore", unione di tastiere psichedeliche e sitar, che dà al pezzo un'atmosfera da lontano Oriente molto suggestiva.

Insomma, questo album ha più pregi che difetti: è ben suonato (da tutti), sa fondere diversi generi musicali e soprattutto riesce a creare pezzi di musica classica senza cadere nel palloso e, ancora più importante, senza scopiazzare i vari Mozart, Bach e Beethoven. Purtroppo manca della voce di Di Giacomo, che forse, però, avrebbe stonato con la musica qui proposta. Inoltre non ci sono pezzi che mi danno grandi emozioni (forse solo "Terramadre") e il tutto oggi appare un po' datato, sebbene non noioso. Per concludere, un album che conclude degnamente il periodo progressive del Banco, lasciando posto all'ancora accettabile "Canto di Primavera" e al funky (funky?) e ritmi latino-americani di "Capolinea".
Consigliato ai fan. Voto: 7,5/10  P.S. Con questo album il Banco del Mutuo Soccorso cambia il nome in Banco. Ciao e alla prossima!

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