Ho stupendi ricordi della mia infanzia: le gare di nascondino in cui ci si buttava anche tra le spighe del grano per non farsi scoprire, le infinite partite a calcio che finivano con risultati mirabolanti come 16-4, le corse in bicicletta e le relative cadute rovinose mentre si tentava di scendere le scalinate, le eterne partite all'Amiga, la prima volta che andai al cinema, le mie videocassette consumate di Alf, Ken Shiro e SOS Fantasmi.

Già, proprio quell'SOS fantasmi che passa ogni Natale in tv con protagonista un Bill Murray ancora giovane, reduce dal successo di Ghostbusters (e proprio per questo quei gran geni degli italiani decisero di cancellare il titolo originale Scrooged e affibbiargli un bel SOS fantasmi per acchiappare un po' più di pubblico); proprio quel SOS fantasmi che altro non è che un rifacimento in chiave moderna del "Canto di Natale" di Charles Dickens, diretto da Richard Donner, regista tra le altre cose di quel piccolo cult che sono i "Goonies".

Da bambino lo guardai almeno un centinaio di volte, sapevo quando dovevo coprirmi la faccia con le mani come fa il protagonista di "Mamma ho perso l'aereo" per non spaventarmi:il momento in cui l'ex capo ormai morto di Frank viene ad avvisarlo della venuta dei tre fantasmi e, dopo averlo preso per il collo, lo trascina fuori dalla vetrata del grattacielo e lo fa cadere dopo l' inutile tentativo di Bill Murray di aggrapparsi al braccio macilento del suo ex presidente; la scena dell' occhio nel bicchiere al ristorante; la terribile sequenza in cui il fantasma del futuro apre il suo mantello e mostra il suo interno fatto di esseri schifosi urlanti imprigionati ed infine l' angosciante scena di Frank nella sua bara che inizia a prendere fuoco.

Conoscevo a memoria le scene che mi facevan più ridere come quella della lista-regali per i dipendenti o quella della fatina che tira un calcio nelle balle a Frank ed ero ossessionato dalla faccia da pazzo del fantasma del passato.
Sapevo delle intere scene a memoria: l' incontro di Frank con la sua futura ragazza, il momento in cui aprono i regali insieme a Natale sul divano (fu la prima volta che pensai fosse bello avere una ragazza!), il regalo del padre di Frank a Natale, il finale che mi pareva più bello ogni volta che lo vedevo.
Ricordo che a volte i miei genitori mi mettevano quella cassetta per farmi addormentare, ricordo che mio fratello non ne poteva più di quel film e ricordo con dispiacere che pian piano divenni grande e cominciai a guardarlo di meno, sempre di meno, a nascondino si giocava meno spesso, le partite a calcio si facevan ancora ma ci si prendeva a calci pur di vincere, le gare in bici si facevan senza mani, Alf (il cartone animato) sparì improvvisamente dal palinsesto e non vi fece più ritorno ed io mi ritrovai in un attimo alle medie, a tifare per chi si picchiava di più.
Ricordo che qualche anno fa uscì nelle sale "Lost In Translation" con quello stesso Bill Murray che tanto mi aveva fatto impazzire da piccolo e nel film ci ritrovai i suoi occhi dolci, felici e persi allo stesso momento e quel suo sorriso dolce amaro. Ricordo che arrivato a casa corsi a recuperare la cassetta di SOS fantasmi e lo riguardai avidamente, per un attimo tornai nel passato, per un attimo mi rividi con il caschetto a salire sulla pianta di ciliege aiutato dal mio nonno, per un attimo mi persi nei più bei ricordi.

Tanti ricordi. Non scelte tecniche del regista, non cambiamenti epocali nella storia del cinema, non effetti speciali ottimi o pessimi, non trama originale o meno, non messaggi politici detti con ironia, solo tanti bellissimi ricordi e il viso di Bill Murray, questa è una recensione fatta con il cuore per un film che mi ha dato tanto e a cui vorrei fare un piccolo omaggio; per la storia del cinema, ne sono certo vi rivolgerete a qualche enciclopedia, ce ne sono tante anche in questo sito ma sono sicuro che anche il miglior film posto in cima alla classifica degli imprescindibili non vi darà mai quanto un film legato ai vostri ricordi.

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