“Se io cambiassi la mia mente, cambierei le mie scelte? Se io cambiassi le mie scelte, la mia vita cambierebbe?
Io creo la mia realtà: mi sveglio e creo coscientemente la mia giornata nel modo in cui voglio che accada.”

Ci sono film che non appartengono a nessun filone, nessun genere e che hanno una forza persuasiva talmente forte da rappresentare uno shock emotivo e un’esperienza di vita intensa per chi li guarda.
È da parecchio tempo che circola negli Stati Uniti questo What the Bleep Do We Know!? (2004), un film strano e inclassificabile, un mix tra un documentario, una storia fantastica, un trattato di filosofia e una tesi di Fisica Quantistica applicata ma che in realtà parla di Spiritualità e di Altri Mondi Possibili.
Un evento mediatico e cinematografico davvero sorprendente che ha fatto gridare al miracolo in chi lo ha visionato e ha dato forse l’avvio ad un nuovo genere cinematografico orientato alla metafisica e all?indagine esoterica e spirituale dell’Anima.
Dopo la proiezione del film, ad esempio, pare siano aumentate le richieste di approfondimento riguardo le tematiche affrontate facendo impennare l’interesse verso la ricerca spirituale e la crescita intellettuale con un fiorire di libri e testate dedicate al film e ai mondi evocati. Non sorprende che il film continui a essere proiettato incessantemente nelle sale cinematografiche statunitensi da più di tre anni con entusiasmi unanimi tra pubblico e critica riuscendo ad essere distribuito in più di 35 stati. Per non parlare del relativo DVD che ha venduto circa un milione di copie negli USA…

Chiaramente questo What the Bleep Do We Know!?, non sarà mai un facile successo commerciale e verrà trasmesso (forse) solo su Rai3 in tarda notte ma nonostante ciò, è e si sta rivelando un successo impensabile: le persone evidentemente hanno anche bisogno di pensare a “qualcosa di più” che non a questa monotematica realtà che ci è stata inculcata e di cui pare, non possiamo fare a meno.

Il docu/film (girato da un’equipe di professionisti non ben identificati) si sviluppa attorno alla figura di Amanda, interpretata da Marlee Matlin (premio Oscar in Figli di un Dio Minore), una fotografa divorziata, depressa e in crisi, che affronta la vita ingoiando pillole antidepressive e ansiolitici. Un puro pretesto per parlare evidentemente d’altro.
Intermezzato da parti di Computer Animation davvero notevoli, il film si sviluppa su un doppio livello: narrativo (prescindibile) e filosofico /esistenziale (il più interessante e innovativo) con l’inserimento di micro testimonianze di fisici, biologi molecolare, medici, un anestesista, mistici, insegnanti, scienziati e studiosi che trattano le vicissitudini di Amanda in maniera sia scientifica che spirituale parlando alla fine della vita e le scelte di ognuno di noi.

Peccato solo che il film NON sia stato ancora distribuito in Italia (forse che non c’è interesse da noi per queste cose? Manca forse il pubblico?) ma si possono comunque trovare delle copie sottotitolate in italiano o, per chi ha dimestichezza con l’americano, in formato pressoché integrale qui.

Consigliato a chi sta cercando un cammino spirituale, agli appassionati di filosofia o a chi vuol porsi, una volta almeno, delle domande su chi siamo e come interagiamo con la realtà circostante e la nostra mente.

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