Essendo stato inserito da pochi giorni nell'elenco dei recensori non potevo esimermi dallo scrivere qualche riga appassionata a favore di uno dei miei gruppi preferiti (che danno forma anche al mio Nickname...) degli ultimi anni. Il quartetto di New York ha raggiunto con quest'album l'apice della propria capacità musicale ed artistica (magari mi smentiranno col prossimo lavoro, lo spero...). I Les Savy Fav sono il classico gruppo cresciuto sui ripetuti ascolti della scena washingtoniana (Dischord Docet) che cerca però, completando il processo di maturazione, di allontanare per esplorare terreni più "Pop" (pur mantenendo nei testi una certa matrice di protesta propria della scena di Washington D.C.).

Il risultato è quest’album di sicuro impatto emotivo che coglie i quattro ragazzi di Brooklyn in uno stato di grazia compositivo. “Trajic Monsters” felicemente sospesa tra Pixies e Fugazi apre le danze e “Crawling Can Be Beautiful” è proprio un brano dall’andatura Disco-Punk specie per quel raddoppio di batteria elettronica, lo stesso dicasi per la successiva “Disco Drive” che con quei cori femminili e per il suono della chitarra ricorda ancora i brani più giocosamente Pop del quartetto di Boston (non finiremo mai di dire quanto grande sia stata la loro influenza sull’Underground tutto). Il dialogo tra batteria e Synth in cui s’inserisce un basso roboante, all’inizio di “The Slip”, completa con gli altri già citati la triade danzabile di “Go Forth”; in quest’inedita veste i Les Savy Fav raggiungono i risultati migliori, in alcuni passaggi di splendore disarmante. 

Alcuni brani successivi incedono forse troppo nell’autoindulgenza: quante volte abbiamo sentito gli arpeggi di “Adoption” o il giro di basso iniziale di “No Sleeves” ? Non per questo i pezzi sono insipidi anzi, gli echi New-Wave (certi Talking Heads) proprio in “No Sleeves” danno letteralmente le ali alla canzone che diventa forse l’inno più trascinante di quest’album. La voce di Tim Harrington non sopporta a dovere le scansioni della finale “Bloom On Demand” ed è un vero peccato perché il pezzo meritava una migliore interpretazione vocale dato che musicalmente era davvero un colpo al cuore sospeso tra devoluzione e folletti bostoniani (ancora…) con Synth monastico nel finale. E' in uscita in questi giorni una raccolta di 7" intitolata "Inches", pensate sia il caso di perderla ?

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