Gli Stearica sono un trio, basso chitarra batteria, sono di Torino, Italy, suonano dal 1997, e hanno fatto un disco, che si chiama "Oltre" (homeopathic records). Nel 2008, quindi undici anni di attività live, insieme a persone come Nomeansno, The Ex, Karate, Acid Mothers Temple: tutta buona gente esperta nella coltivazione dei salotti (che infatti coltivano e non abitano mai perchè sono sempre in tour). Ricordo ancora come li conobbi: era un maggio e gli Zu erano live dalle mie parti, li vado a vedere e chi mi ritrovo di spalla? Tre persone, Stearica, beh, nome mai sentito, staremo a vedere. Prima fila all'Istanbul café, me lo ricorderò bene perchè è stato un accidenti di gran concerto, bella musica, bella gente, li conobbi. Mi dissero che stavano per far uscire un cd ed io non vedevo intimamente l'ora di ascoltarlo. E alla fine eccomi qua: l'ho ascoltato, sono due giorni che lo ascolto e mi è entrato talmente sottopelle che, cazzo, mi sono detto, il prossimo passo è la recensione su debaser.

Perchè davvero non si capisce in che cazzo di mondo viviamo se così poca gente ama e conosce gli Stearica. Dovreste essere di più (so che voi già nel profondo li amate), dovreste essere molti molti molti di più! Fate un gruppo in facebook per l'amore, forza. E poi facciamo il gruppo contro quelli che contro quelli. Gli Stearica invece non sono contro nessuno. Ti vogliono bene, anzi no, forse sì: chissenefrega, assimiliamo. Assimiliamo tutto, assimiliamo la musica e la vita e poi facciamola suonare. Ecco quello che sento io nei quarantacinque minuti di Oltre: un fantastico assimilare di tutto per poi farlo suonare. La passione che porta tre persone a stare insieme per dieci anni e suonare ovunque con chiunque. Per me uno o deve essere ottimista, o deve avere le palle sotto per fare una cosa del genere. E secondo me gli Stearica appartengono alla seconda categoria. Le palle.

Distribuite (le palle) in tutto l'album: rock? Ambient? Post? Che sono? Boh! Preferisco suonare, giusto per riprendere il discorsetto che feci nella recensione degli Orange Man Theory, ma stavolta la voglio fare un po' meno cafona (e sì che mi ci sono divertito un mondo). Il flusso sonoro parte al 00:00 e non si ferma più fino alla fine. Vi sfido ad avere il coraggio di fermarlo. Le melodie si scontrano con i paesaggi sonori, gli strumenti spuntano (eh, è una chitarra acustica? Sassofono? Voce? Ma chi, i Dälek? Amy Denio? Jessica Lurie? Nick Storring?), le melodie riescono a portarti davvero tra le nuvole o in mezzo alle onde, ti prendono e se ne vanno a zonzo senza chiederti niente se non un po' di complicità e una mente aperta. E non venitemi a dire che non è una cosa salutare. I battiti si salutano per strada, poi si reincontrano e si mischiano: la chitarra e il basso si lasciano e poi fanno all'ammore, la distorsione è la ragazza più bella che vi possa capitare di incontrare durante un concerto. Entra lei e tutte le facce si girano. Sono tutto un brivido, distorsione, fammi tua. Fatti ascoltare un'altra volta.

Questo disco mi sta dando dipendenza in una maniera che è difficile da immaginare se non l'avete sentito (o se non provate a suonare live per dieci anni suonati), quindi magari sentitevelo che vi fate un favore. Ora scusate ma ho un altro giro di danza con una certa ragazza che ho incontrato ieri sera...

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