C'è poco da fare il blues lo si ha dentro, sottopelle. Lo maturi e lo cresci dentro di te e tanto più la tua vita sarà piena di sacrifici e sofferenza tanto più il tuo blues ne risentirà e sarà comunicativo. Watermelon Slim è un bluesman bianco che di sofferenza imposta e a volte cercata ne ha da vendere e il suo volto scavato sembra lì a dimostrarlo. Nato a Boston partecipò alla guerra del Vietnam che sicuramente influì e segnò tutti i suoi giorni fino ad oggi, così come la prigione e l'infarto che lo colpì qualche anno fa e che contribuiì in parte a rimetterlo sulla retta via.

Da qualche anno Watermelon Slim è uno dei bluesmen più riconosciuti d'America insignito di numerosi Grammy Awards tanto da far impallidire i grandi bluesmen di colore. Dopo l'approdo all'etichetta Northenblues,  Slim sembra ottenere i risultati sperati dopo una vita spesa da vero Working-class man quale è stata la sua. Nel suo curriculum vitae vi sono i più svariati lavori quali becchino, falegname, commerciante di ascensori e camionista.

Proprio ai camionisti è dedicato questo disco, ai quegli uomini e donne che passano le loro giornate seduti nel loro sedile attraversando le infinite strade americane, lontani da banchieri, brokers e computer, come scrive nelle note del cd l'autore.

Ma si sa che, prima poi, chi vive di blues negli USA deve fare i conti con Nashville, la patria del country. Così anche Watermelon Slim dopo tre dischi di ruspante e grezzo blues, consigliato "The wheel man" (2007), si trasferisce nel Tennessee e compone tredici canzoni che mischiano il suo blues con la country music, ma lo fa a modo suo. Per la prima volta non è accompagnato dai fedeli The Workers ma suona come tradizione vuole con i musicisti country del posto.

Le influenze blues dei grandi maestri tra cui il suo prediletto Sonny boy Williamson non lo abbandonano del tutto e l'iniziale "Caterpillar Whine" è messa in apertura per testimoniarlo. Gran virtuoso della slide guitar Slim ne dà testimonianza con questo tosto blues che si riallaccia ai precedenti dischi. Il breve e divertente valzeraccio da saloon "Skinny women and fat cigars", condotto dal violino di Stuart Duncan ci propone un Watermelon diverso da come lo avevavamo ascoltato in precedenza e fa il paio con "You see me like i see you", canzone romantica e cantata in duetto con la voce femminile di Jenny Littleton.

"Wreck on the highway" è scarna e guidata dal dobro e dal mandolino con Watermelon che ci racconta le sue storiacce con il suo vocione alla Howlin' Wolf. Ancora la slide protagonista nella western Should have done more e nel honk tonk di 18, 18 Wheeler. Più country e bucoliche risultano "Hank Williams you wrote my life" e "America's wiwes".

Insomma se volete conoscere il vero bluesmen Watermelon Slim, capace di dare energia e vitalità al blues e capace di infuocati spettacoli live cercate nei precedenti dischi, se volete scoprire un Watermelon Slim poliedrico ed immerso nei fumi e nell'alcol di vecchi saloon americani a suonare del country con la sua slide potete avvicinarvi a questo disco appena uscito, non rimarrete delusi qualunque sia la vostra scelta.

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