C'è chi lo odia, c'è chi lo ama e chi si trova esattamente in mezzo, ecco quello sono io. Di Pino Scotto condivido molto spesso il pensiero, ma altrettanto spesso credo che lo esprima in modo eccessivamente volgare. Ma questa d'altronde credo sia stata la sua fortuna: come non farsi catturare da un sessantenne ubriacone che manda tutti a fare in culo?? Il fatto è che non ho ancora ben capito se il signor Scotto ci marci su questo, all'inizio sicuramente no, ma con gli anni non vorrei che avesse studiato tutto ad arte.. Mmm.. Voi che dite? Aiutatemi a risolvere l'arcano.

Passiamo al lato musicale, sul quale ho meno riserve da esprimere. Hardrocker di lunga data (attivo con i Vanadium sin dal 1982) ha sempre dimostrato di avere le palle contribuendo a diffondere la scena alternativa italiana. Ha realizzato due buoni album anche con i Fire Trails e altri da solista, dei quali la summa è certamente "Datevi fuoco" del 2006, che personalmente ho apprezzato molto.

A quattro anni di distanza, il 2 aprile 2010 esce "Buena suerte", definito come un  concept che affronta "un malessere, politico, sociale ,umano".

Inizio devastante affidato all'inno "Quore rock ‘n' roll" e "Morta è la città", che vede la collaborazione dell'ex chitarrista degli Europe Kee Marcello. La seguente "Gli arbitri ti picchiano", feat. Caparezza, è il primo singolo, un rap/rock che al sottoscritto non fa impazzire. Sono invece ottimi i due pezzi seguenti, "Il pronista" (ironica invettiva sul "tronista" ) e "Tempi lunghi" ("dedicata" al nostro amato premier "Berlusca"). Il capolavoro dell'album è però "Soldatini di pongo" (feat. Nina): una struggente power ballad dedicata a tutti i "baby soldiers", davvero toccante. Si ritorna a picchiare duro con "Stage degli innocenti" e "Maldido street", bellissimo il groove di quest'ultima; mentre "Che figlio di Maria" è una coinvolgente preghiera rock nella quale Pino invoca un Dio "assente". Dopo il breve intermezzo "Blues on", la degna chiusura spetta alla debordante "Diatribal rock".

Una quarantina di minuti di puro e genuino hard rock, diretto, possente e con una produzione perfetta. (Curata da Olly dei The Fire). Testi come al solito non banali e fottutamente moderni. Onore anche agli impeccabili Steve Volta alla chitarra, Frank Kopo al basso e Marco Di Salvia (Node) alla batteria.

Bentornato Pino, ci voleva.  

Voto: 4 pieno.

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