Incredibili!! Incredibili!!

A.D. 2010 La Buona Novella - Opera Apocrifa.

Ma come si fa, dopo 40 anni di attività, scrivere ancora musica cosi pregnante, densa, straripante, da lasciare sbalorditi? Credo che solamente la P.F.M. possa, dopo così tanto tempo, riuscire a scrivere ancora musica così "totale" e fantastica, "immaginifica".

Quando ho saputo della rilettura de' La Buona Novella, così come fu per il famosissimo "In Concerto", rimasi scettico (tuttavia, dopo così tanti anni che ho scelto di eleggere la Premiata come primo gruppo in ordine di preferenze e avendo tutti i dischi pubblicati dal gruppo in mio possesso, posso avere ancora dubbi sulle qualità incredibili di  questi straordinari strumentisti? - Chiedo a me stesso?!!!) ma alla luce di quello che sto ascoltando resto ancora più fermo sulle mie considerazioni manifestate sopra.

L'inizio del CD è da sogno... Sembra di viaggiare su un aliante da dove guardare la terra da una prospettiva alla quale non si è abituati normalmente a vedere per poi continuare a rivolgere lo sguardo in affreschi "dipinti" da veri maestri del pennello (Van Gogh).

Difficile scegliere tra i dieci brani quello che mi ha colpito di più ma se proprio devo fare una scelta penso che "Universo e terra (Preludio)", "L'infanzia di Maria", il brano che più di ogni altro ricorda lo stile P.F.M., "Il ritorno di Giuseppe" - con la chitarra di Mussida in primo piano , sia con quella acustica che soprattutto con l'elettrica, con la quale suona un solo da far accapponare la pelle tanto intenso e suonato da Dio, e "Laudate Hominem", brano che chiude il CD con all'interno atmosfere di musica classica, rock e musica da "chiesa" con il finale che riallaccia i fili con la Premiata di Per un amico sulle note di Geranio, sono quelli che preferisco. Le voci, logicamente, lasciano a desiderare, ma questo si sa, la Premiata, escluso il periodo di Lanzetti, non ha mai avuto un vero cantante, anche se i brani nei quali canta Mussida non dispiacciono. Lo stesso si conferma il grande chitarrista che è ed anzi stupisce sempre più perché riesce, dopo così tanti soli eseguiti, a tirare fuori dal cilindro sempre qualcosa di unico e toccante. Dijvas è il basso mitraglia che tutti conosciamo, Di Cioccio... l'ANIMA, Lucio Fabbri ricama, con il suo violino, finiture da gran sarto d'atelier e Piero Monterisi suona come solo chi entra nella PFM riesce a fare.

Nota a parte per Gianluca Tagliavini. Sostituire il maestro Premoli non è facile, anzi, ma lui è riuscito a non far rimpiangere Flavio "estorcendo" dall'hammond suoni che hanno fatto la fortuna dell'organo e inserendosi nel gruppo da vero professionista. Bravo.

Il lavoro fatto dalla band nel rivestire i brani del grande Fabrizio De Andrè, è meraviglioso e riconcilia l'ascoltatore con suoni progressive, jazz, classici e tarantellosi. Insomma un'altra grande prova di questa band, della quale l'Italia dovrebbe andarne fiera.

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