La Guerra Fredda. Ma quanto ce la siamo sognata? Assaporato il gusto della Guerra Atomica fra le SuperPotenze fino all'ultimo, fino a che quel Muro Misterico non se ne è svanito lasciando il mondo senza fantasia. Tutta quell'angoscia, quel terrore del domani, quell'ansia d'esser nullità di fronte agli atomi, quanto hanno contribuito all'immaginario apocalittico del punk radicale dei primi anni 80? 

E' in questo fertile terreno (quanto puzza di no future!) che muovono i primi passi gli spezzini Fall Out e nell'ottantotto (bello scrivere le date in lettere) esordiscono  per Cobra Records con questo lp strepitoso, che li piazza al di sopra della media, di per se già buona, delle punk band dell'epoca.

Le canzoni sono 10, tutte a mio avviso ottime. La prima, "fall out distruttore", si trova anche nei lavori precedenti della band, cantata in inglese e con uno stile più punk '77 mentre quì è più hc ed in italiano, è molto bella soprattutto per il testo che con poche frasi incisive narra il genocidio atomico di Hiroshima e Nagasaki. Altra canzone straordinaria è "1234 chiodi" giocata su un refrain quasi heavy metal, con un testo feroce e sarcastico sul "Nazareno Peccatore Giudeo Redentore" mentre la seguente "il funerale della terra" spara velocissima la sua disperazione soffocata nella gola degli hibakusha.

E il disco continua così tra randellate hardcore e oscuri presagi punk, arricchito da una grafica molto bella e un disegno del Prof. Bad Trip, amico della band.                                           

"L'innamorato, come il poeta, è una minaccia per la catena di montaggio. Rollo May:Love and Will."

filo spinato senza fineeeeeeeeeeeeeeeee per il controllo e la supremaziaaaaaaaaaaaaa scontro finale per il dominiooooooooooo schiacciati per sempreeeeeeeeeeeeeee nel deserto nucleareeeeeeeeeeeeeeeeeeeeeeeeeeeeeee"

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