Identità. Un titolo che individua bene il concetto che viene fuori da quest’album, una rappresentazione a tutto tondo di quello che è Marcello Parrilli: compositore, cantautore, performer.

Una produzione senza tabù o clichè tipici della musica cantautoriale italiana: la tipica paura dell’elettronica, l’obbligatorietà della chitarra acustica come strumento principale o l’obbligo di infilare un po’ di low-fi ovunque; ma con in compenso un grande interesse per la sperimentazione e concedendo il giusto spazio a brani interamente strumentali che danno il respiro necessario al disco.

Un lavoro che porta di nuovo il cantautorato italiano in prima posizione uscendo un po’ dalla logica freak e alternative, come è successo negli ultimi anni, si vedano i vari dente, le luci della centrale elettrica e altri (dei quali sono un fan sia chiaro); lasciando libero Parrilli di spaziare, mantenendo il proprio intento, le proprie motivazioni e le proprie origini (musicali) chiare e in primo piano. Una tracklist varia ma non troppo ampia dalla forte influenza dei tardi anni ’80, un’influenza cosciente che non pregiudica il lavoro finale ma anzi permette all’autore di spaziare da un utilizzo consapevole di strumenti classici come il pianoforte fino all’utilizzo di surrogati di infimo livello (vedi gli archi in diverse parti) che però fanno la loro comparsa al momento giusto dando il loro contributo a rendere questo disco diretto, immediato e completo.

Cappeggia su tutte le altre tracce la prima: Cinepoesia, quasi un sunto del disco, una preview che presenta i vari aspetti di questo prodotto sviluppati successivamente nelle altre 10 tracce. Una nota di demerito va purtroppo alla produzione e alla post produzione, poco azzeccata per un prodotto di questo tipo, e di conseguenza se ne fa ammenda al Parrilli di avere scelto le collaborazioni sbagliate pur avendo dei grandi interpreti all’interno del disco. Speriamo che nel prossimo, a breve in uscita, prodotto dal NIGHT MUSIC di Luigi Chelli, siano stati curati di più questi ultimi aspetti, mentre invece ci auguriamo di ritrovare tutto quello che ha fatto di IDENTITA’ un disco degno di nota e che spero faccia parte della vostra discoteca.

Buon ascolto.

Gianfranco Scuotri

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