Siamo nel periodo a cavallo tra i 60' e i '70, tra i meandri psichedelici post-summer of love e poco prima del rock dalle folle oceaniche del Dirigibile e compagnia.
Molti gruppi si spintonano affollati nel calderone della cosiddetta musica "progressiva", in poche (e riduttive) parole un rock/pop che parte dalla psichedelica e arriva alle strutture e melodie della musica classica, il tutto condito di testi cervellotici e colti ma senza invettive "rivoluzionarie" . Molti gruppi lasciarono album memorabili e volarono verso altri lidi, chi arrivò al successo di massa e chi continuò a ruotare nel proprio universo imperscrutabile.
Grande e dimenticato ensemble furono i Family, che possedevano grandi qualità sempre meno riscontrabili negli anni a venire: fantasia, talento strumentale, emozionalità. "Family Entertainment", la seconda opera, è considerato il migliore lascito assieme al debutto di questo gruppo.
La prima traccia non permette il sorgere di alcun dubbio: "The Weaver's Answer" è una canzone drammatica e teatrale (senza essere pacchiana o eccessiva) che mette in mostra la ribollente sezione ritmica e, soprattutto, l'intensissima e profonda ugola del frontman Robert Chapman, reietto bluesman con ambizioni tenorili.
La fantasia irrompe dando libero sfogo alle istanze creative della band inglese, che passa senza forzature dal folk-rock di "Observations From A Hill", al più epico progressive di "Emotions", permettendosi una canzone rock ‘n' roll canonica ("Second Generation Woman") e una strumentale orientaleggiante ("Summer ‘67"). Nel tripudio di sapori dei quali godere appieno in questi 40 minuti di anarchia compositiva, spiccano anche le soavi note di "Processions", tanto sottile e particolareggiata quanto emozionante.
Undici tracce che, sviluppando i temi psichedelici del magnifico album di debutto, immergono l'ascoltatore in uno scenario da teatro ambulante allucinato.
Le influenze riscontrabili possono essere tutte e nessuna, i richiami di Jethro Tull o di altri gruppi del periodo sono solo elementi di un suono ricco di arrangiamenti e raffinato, eppure denso ed instintivo. Dettaglio meno importante, inoltre, è un'immagine di copertina che cattura in pieno il feeling della musica proposta.
Un'opera eccellente e da riscoprire, seguita da altri LP meno riusciti ma sempre personalissimi e godibli, che vedranno ulteriori inasprimenti delle sonorità, in netto contrasto con gruppi più blasonati che preferirono gettarsi sul pop orecchiabile per strizzare l'occhio ad un pubblico meno intransigente.
Elenco tracce testi e video
10 Face in the Cloud (02:53)
Taking a journey
Expecting to try
Not certain of things
Bound to happen
Just reach out and hold
The hand of a stranger
Leading the way to eternity
Wandering aimlessly
Exploring new fields
Enjoying such beauty
Never experienced
Mountains before
Reaching to heaven
Hiding the face of a
Girl in the clouds
Tasting the fruit
Reaping the profits
Coming down slowly
From the height of my dreams
Collecting my thoughts
Remembering sadly
The face of a girl
In the clouds
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Altre recensioni
Di Robert Fripp
Processions, semplice malinconica ballata, musica per un funerale di spettri, di ricordi passati, del tempo che "come un'onda trascina in acqua i castelli di sabbia costruiti nell'infanzia".
Le gemme del lato violento dei Family, fornaci di ritmo feroce e di lava incandescente, melodie sincopate per il vibrato rabbioso di Chapman.