Luigi Comencini evolve la sua analisi dell'orrore della società che non concede tregua intrapreso con "Lo scopone scientifico"; e lo fa con un'opera di denuncia verso i meccanismi mostruosi delle fabbriche, che contaminano i fiumi e distruggono la natura. Al contempo i due protagonisti del film, Nullo e Carmela, sono inconsapevolmente prigionieri nelle maglie delle rispettive usanze e tradizioni; la seconda soprattutto, magistralmente interpretata da Stefania Sandrelli (che ad ogni modo è Toscana), appare una vittima, oltre che di valori ingigantiti come famiglia e onore, anche di se stessa, e della propria fanciullezza (la raffigurazione della quale era proprio l'intento basilare, già nel film "La ragazza di bube", a detta di Comencini). Le divergenze di origine tra questa ed fidanzato settentrionale (Giuliano Gemma), entrambi arruolati all'interno della stessa fabbrica situata nella provincia di Milano, daranno vita al contempo a situazioni para-comiche, nonostante come detto il film si discosti diametricalmente dal filone della commedia all'italiana.

Per tutta la sua durata il fim resta improntato sulla rifessione circa l'industrializzazione selvaggia del Norditalia; dalla mancanza di alloggio per gli immigrati del meridione quasi a disprezzo dei bisogni di costoro, all'inquinamento, al punto tale che la fabbrica e città finiranno per essere due componenti di un medesimo inferno. Del resto Milano è sempre stata una città grigia e inquinata, alla quale nel film vengono equiparati gli interni semiautomatizzati della fabbrica in questione. Il prodotto di questo connubio appare quindi, verosimilmente, essere proprio il danno ecologico, a cui si accompagna la sconfitta degli umili, nonostante portatore di una verità che i ricchi non posseggono.

Il film fu girato, per la precisione, a Cinisello Balsamo; il fiume che si vede, il Lambro, al pari di altri fiumi lombardi, appare più come una cloacha inquinata, tanto che i contadini non poterono più usufruire degli impianti d'irrigazione ideati da Leonardo da Vinci.
Tornando al fim, che nonostante la moltitudine di temi trattati non fu apprezzato dalla critica né dal pubblico, richiama "La ragazza di Bube" anche per l'aspetto intimista nella relazione tra i due personaggi primari, sebbene contorniato da aspetti storici e sociali molto forti; di cui però l'autore disconosce la valenza politica, o perlomeno non la considera mai diretta. Il finale stesso; dove Nullo, personaggio sindacalista e anarchico per tradizione di famiglia, ricercherà la vedetta verso le condizioni di degrado della fabbrica, ma anche verso quei rovelli sociali colpevoli di aver distrutto la sua storia d'amore con Carmela; non intende condannare i "padroni" quanto forse avvalersi di una connotazione di sentimentalismo.

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