Vai a vedere il concerto di una tribute-band e metti in esponente la non precisione nei suoni e nelle voci, l'imperfezione possibile nella presenza scenica. La pochezza a volte dell'apparato scenico, artistico, tecnico e musicale. Poi vai a Nepi la sera del 12/7 a vedere gli Into the Groove e ti trovi davanti a tante piacevoli sorprese che smentiscono i preconcetti cui quali sei uscito di casa.

Gli Into The Groove non sono 4 disperati che scagliano una marchetta a sera nei locali più disparati e spesso più disperati, anzi: gli Into the Groove sono un progetto, con tanto di progettazione a monte, con costumi, coreografie, arrangiamenti e attenzione filologica alle hits e ai video di Louise Veronica Ciccone, in arte Madonna. La fedeltà dei suoni, con un pizzico di creatività negli arrangiamenti costituiscono l'elemento principale che salta agli occhi. Alla fredda precisione dei sequencer, i musicisti (4, Maurizio Piacente: keyboards & programming Max Bossi: guitars & choirs Alessandro Vedovini: bass & choirs Alessandro Cartina: drum) riescono ad aggiungere quel 'quid' che va oltre la registrazione elettronica ed entra a pieno titolo nell'esibizione strumentistica dal vivo. Molto bravi nelle esecuzioni, precisi, innovativi su molti brani, forse con intro un pò troppo dilungate ma che capisci che fanno parte dei tempi tecnici dello spettacolo, caratterizzato da continui cambi di costumi, di cambi di coreografie, a cui bisogna dare qualche secondo di respiro per far sortire poi l'effetto in scena che hanno. Un corpo di ballo preparato, sciolto, scattante, che si vede che ha digerito fotogramma per fotogramma le coreografie dei video e dei concerti di Madonna. Anche qui con qualche innovazione che si discosta dall'originale, come la danza dei fuochi o le digressioni nella costumistica in generale. E poi lei, Roberta Torresi, a volte più Madonna di Madonna, voce chiara, limpida, ben estesa, capace di non ansimare durante le coreografie di ogni brano, come e più dell'originale. Come detto, ricchi i costumi di scena della cantante e del corpo di ballo, pulito e preciso il sound (merito anche di uno dei service più preparati del Centro-Italia, il GregStudioe del suo 'deus ex-machina al mixer e all'effettistica, Greg Puccio), rutilante, coinvolgente, suggestivo e appropriato il parco luci (che il GregStudio ha affidato al light designer Gianluca Menichini, con ottime ragioni). Niente tempi morti, un brano via l'altro, pronti e precisi i ballerini, giusta e sempre nel mood la Torresi.

Uno spettacolo ben fatto, godibilissimo, che coinvolge anche i pubblici più retrivi e attaccati alle sedie. Due ore che volano e che ti lasciano in gola l'infantile grido di "ancora" quando si spegne l'ultima nota dalle ottime teste EV e relativi subwoofer. Non è stata una serata sprecata, anzi.

 

Piero Poleggi 

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