A me questo disco mi scaraventa in aria... ma non a calci nel sedere... è come salire, che ne so, in mongolfiera??? Ecco, così...
(Aristarco Scannabue)

- Posso dire che è senz'altro un disco importante: avanguardia, anche se assimilabile a certe esperienze dilatate e metafisiche di rock, jazz world music e anche new age, un disco di grandi silenzi tesi e di grande concentrazione, che cattura perchè non è mai freddo, ma al contrario in certi momenti è anche leggero e sognante, senza essere semplice sottofondo. Sempre studiatissimo, lontano dallo spirito un po' naif di Sorrenti, si sente che Cilio è un autore consapevole della storia della musica colta, pur non appartenendo a quell' ambiente. Questi sono davvero i dischi italiani da riscoprire, ben al di sopra di tanta fuffa progressive settantina ridotta ormai a feticcio da collezionisti, per quanto possa sembrare fuori luogo il paragone. Ma gli anni sono gli stessi (è del 77 questo, giusto?), eppure quella è spesso roba impagliata da museo, questa è tutt'ora musica vivissima. (La scala rossa – non registrato)

- Dopo la tua segnalazione ho faticato a trovarlo, ma appena era nelle mie mani ho iniziato a sentirlo sentirlo sentirlo... (Lewis Tollani)

- Aristarco, lo sto ascoltando adesso. Son tornato per ringraziarti. E non è una cosina formale: questo disco probabilmente non l'avrei mai scovato, senza questa paginetta. E sarebbe stato un vero peccato. Magnifico. Ciao e grazie. (odradek)


La recensione di Aristarco Scannabue del disco in oggetto, inviata a DeBaser il 9 marzo 2006, è stata commentata da 7 persone, recensore compreso, pur essendo stata letta, sinora, da circa 290 passanti.
Io sono uno di loro. Nonostante la brevità del testo di Aristarco, che riporta un parere di Jim O’Rourke, e grazie anche allo scambio di battute tra i commenti, mi sono procurato un disco del quale non conoscevo l’esistenza.
Questa non è ovviamente un’altra recensione, non è un tentativo di colmare le lacune di informazioni intorno ad un musicista che meriterebbe una visibilità che il mercato non gli concederà mai.

Questo è un pubblico ringraziamento ad Aristarco
, che come egli stesso diceva nei commenti, (“...boh non sapevo che dire, è da poco che ascolto musica di quel tipo”) ha voluto semplicemente segnalare alla nostra attenzione un disco ed un musicista che hanno provocato in lui una forma, comprensibilissima, di rispetto. Che ha così sintetizzato: “ ...e non mi andava di sparare stronzate...”
Beh, lo faccio io.

Questo è un pubblico appello
a tutti coloro che non hanno mai sentito il disco, che, anche a causa della vorticosa ed incessante rotazione dell’home page, non avevano letto la pagina di Aristarco e come me, non sapevano neppure dell’esistenza di Luciano Cilio e del suo lavoro.
A chi è interessato ad ascoltare una musica che cerca di indagare ed esprimere, insieme ai misteri del suono, della sua capacità di creare un mondo, anche quelli trasportati sin dentro noi dalla particolare qualità dei silenzi che “suonano” e risuonano grazie ad esso. Anche nel caos che ci abita.
A chi, come dicevo altrove, preferisce di gran lunga essere “consumato” dalla musica, piuttosto che consumarla.

Questa è l’ennesima, triste constatazione degli effetti di un sistema di mercificazione della musica che lascia ad una piccola etichetta milanese il compito di documentare il lavoro di musicisti italiani ignoti. Che come Cilio, situandosi in un preciso momento storico e lavorando anche dentro le suggestioni che lo attraversavano, hanno lasciato qualche frammento che durerà ben più a lungo.

Questa è una stretta di mano, tardiva ma vigorosa
, ad un musicista scomparso, che ho immediatamente sentito vicino.
E’ una piccola, insignificante goccia in un oceano di segnalazioni. E’ il tentativo di accendere in altri una curiosità che potrebbe generare, in qualcuno, lo stesso meravigliato stupore che ho provato io. Ed Aristarco. E Lewis, e... tu?


In “More info” troverete una carrellata di notizie e pareri che sopperiscono abbondantemente alla carenza di questa paginetta. Altri qui: http://www.die-schachtel.com/html/ds7_reviews.htm
I samples, mai come in questo caso, poco possono di fronte alla particolare qualità della rarefazione di alcuni brani. Ma, come al solito, ho aggiunto anche una manciata di secondi per brano.

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